Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha fatto il punto in merito al risarcimento per i danni da rumore e inquinamento acustico

La Corte di cassazione nella recentissima sentenza numero 1025/2018 ha fatto il punto riguardo al risarcimento per danni da rumore e inquinamento acustico.

In assenza di un’apposita misurazione del rumore di fondo, infatti, i giudici affermano che la violazione dei limiti differenziali non può dirsi provata.

Per valutare l’effettività del danno da inquinamento acustico, però, può risultare fondamentale un altro aspetto. Vale a dire, procedere alla misurazione del rumore di fondo nella fascia oraria nella quale si lamenta la violazione dei limiti.

Questo hanno esposto i giudici nella sentenza in oggetto. Nel caso di specie, la Corte ha confermato la decisione del giudice del merito di discostarsi dalle risultanze della c.t.u. espletata in corso di causa.

Il giudice aveva anche respinto la domanda di risarcimento danni derivanti da immissioni rumorose prodotte in orario notturno.

Secondo i giudici, ferma l’impossibilità di misurare contemporaneamente rumore ambientale e rumore di fondo e in assenza di un’apposita misurazione di quest’ultimo, la prova dei danni da rumore non poteva dirsi raggiunta.

La Cassazione ha quindi confermato che non è possibile fondare la misurazione dell’eventuale superamento dei limiti differenziali su un valore del rumore misurato, come fatto in corso di causa, 32 minuti prima dell’inizio del periodo considerato e 92 prima della sua fine.

Se, infatti, in generale si può ipotizzare che il rumore di fondo rimanga relativamente costante nel corso della giornata, tale affermazione non è vera per quel che concerne l’orario che va dalle 5 alle 7 del mattino. Ciò posto che in tale periodo la maggior parte delle attività riprende dopo la pausa notturna.

Alla luce di quanto evidenziato, se manca la misurazione del rumore di fondo nella specifica fascia oraria in cui si lamenta la violazione dei limiti differenziali, non è possibile ritenere raggiunta la prova dell’evento dannoso.

 

 

 

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