Oltre 800 esami medici gratis per pazienti cui non veniva richiesto il pagamento del ticket: per questo una dottoressa è stata sospesa dal servizio per due mesi

Saltavano la fila, non pagavano il ticket e usufruivano di esami medici gratis gli amici e i parenti della dottoressa E.C., 62 anni, in forze agli Spedali Civili di Brescia.

La professionista, infatti, responsabile del laboratorio di eco-cardiografia del nosocomio, dal 2012 in poi avrebbe realizzato oltre 800 esami medici gratis. La donna non chiedeva soldi, ma elargiva favori creando un danno economico consistente all’ospedale. Una lista lunga, quella di chi ha beneficiato della sua “generosità”.

Da parenti fino ad amici, passando per un collega medico, un vicino di casa e addirittura un magistrato.

La professionista è stata sospesa per due mesi dal servizio alla fine dello scorso gennaio dal gip Luca Tringali con l’accusa di abuso d’ufficio. Ora che la misura è terminata, la dottoressa chiede di poter accedere all’istituto della messa alla prova.
Un uomo che ha beneficiato dei favori del medico ha dichiarato: “Ogni volta che ho avuto bisogno mi è bastato chiedere e non ho mai pagato il ticket, mi faceva gli esami in amicizia”.

Gli episodi contestati nell’udienza preliminare iniziata venerdì scorso sono 43.

La Procura ha appurato un danno alle casse della sanità pubblica di circa 3.000 euro.

Soldi che la professionista ha dichiarato di voler versare a titolo di risarcimento, così da alleggerire anche la propria posizione.

Una posizione, la sua, aggravata però anche da un altro dato emerso in corso di indagini.

Con la specialista di eco-cardiografia, infatti, è finito a processo anche un collega. L’uomo è medico del reparto di Cardiologia.

Accusato di intralcio alla giustizia, l’uomo avrebbe prima “prestato” alla dottoressa l’apparecchiatura per eseguire gli esami medici gratis. Poi, avrebbe chiesto a due specializzandi di cancellare le memorie degli ecocardiografi con i dati dei pazienti.

Un comportamento che avrebbe impedito agli inquirenti di fare luce su come erano state utilizzate le apparecchiature del laboratorio di cui è responsabile.

 

 

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