Forniture di protesi dietro ricevimento di tangenti in denaro e non solo, la procura di Milano chiede rinvio a giudizio per Norberto Confalonieri.

La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex primario del Cto-Pini Norberto Confalonieri e per altre quattro persone.

Le accuse a Confalonieri

Il medico è accusato di ‘sponsorizzazione’ di forniture di protesi di due multinazionali sanitarie in cambio di tangenti e sospetti danni fisici su tre pazienti.
Finito ai domiciliari il 23 marzo scorso e tornato libero a settembre con il divieto di esercitare per 12 mesi sia l’attività privata che quella pubblica.
Su di lui pesa – oltre all’accusa di corruzione – anche quella di lesioni (due colpose e una volontaria).
Il primario è accusato di aver favorito la Johnson&Johnson e la B.Braun nelle forniture di protesi all’ospedale milanese in cambio di soldi e viaggi.
E di avere incassato quasi 19 mila euro e altre utilità per favorire l’acquisto di circa 360 protesi della due aziende.
Tra le utilità contestate rientrano anche le ospitate a programmi tv per ottenere un “significativo ritorno di immagine”, interviste su quotidiani di tiratura nazionale.
E, ancora, cene in ristoranti e “viaggi, soggiorni e altre spese a latere di congressi nazionali e internazionali” per un ammontare complessivo di oltre 36mila euro.

A processo quattro dipendenti di Johnson&Johnson Medical spa e B. Braun Milano spa

La procura ha chiesto il processo anche per quattro dipendenti delle due aziende produttrici di presidi medici e chirurgici coinvolte nell’inchiesta.
Si tratta di Natalia Barberis e Stefania Feroleto, rispettivamente agente di commercio e dipendente della ‘DePuy Orthopeadics’ in Johnson&Johnson Medical spa.
Gli altri due sono Fabio Barzaghi e Sabrina Consonni, rispettivamente agente distributore e dipendente della B. Braun Milano spa.
I pm, poi, hanno contestato a Confalonieri di avere causato, durante le operazioni, lesioni dolose a una donna di 91 anni e lesioni colpose ad altre due persone.
Dagli atti dell’indagine erano emerse intercettazioni shock nelle quali il luminare di Ortopedia parlava anche di un femore rotto a un’anziana per “allenarsi” in vista di un intervento in regime privato.
Il gip Teresa De Pascale nell’ordinanza di custodia cautelare aveva sottolineato: il suo “modus operandi (…) sembra porsi in netto contrasto con i principi di etica medica”.
Secondo il gip, infatti, tra il 2014 e il 2015 il primario avrebbe impiantato “protesi monocompartimentali di ginocchio” solo per “motivazioni di natura prettamente economica”.
Accuse da cui il medico si è difeso sostenendo di non essere “un mostro né un money maker” e che quelle intercettate erano “chiacchiere da bar, goliardiche”.
 
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