Due medici e un infermiere sono stati assolti per un intervento al seno malfatto, in quanto la querela è stata presentata tardivamente

Un intervento al seno malfatto e una querela presentata troppo tardi: sono questi i due elementi di una storia che ha visto l’assoluzione di due medici e di un infermiere che erano imputati in un processo per colpa medica.
Tutto ha inizio a Brescia nel 2011, quando la donna vittima di un intervento al seno malfatto, si era sottoposta ad un primo intervento estetico in una clinica privata della città.
Un ritocco alle palpebre e un sostegno al seno che, l’anno successivo, in un ambulatorio dentistico di Calcinato in cui si praticava anche chirurgia estetica, era stato ritoccato per alcuni problemi a seguito dell’operazione, riferiti dalla paziente.
Nel 2013 però, la signora si reca dal medico dell’ospedale Civile per estrarre le protesi che si era fatta inserire.
Quest’ultime, infatti, avevano cominciato a dare qualche problema da subito, fino a causare una vera e propria infezione.
“Ho estratto protesi infette” ha riferito il sanitario che si è occupato dell’espianto.
Il pm Mauro Leo Tenaglia aveva infatti parlato subito di mancanza di “un’adeguata profilassi antibiotica”.
Questa situazione aveva cagionato alla donna un trauma psicofisico che l’aveva fatta piombare in uno stato depressivo importante.
Questo, inoltre, l’aveva tenuta anche lontana dal lavoro per diverse settimane.
Per non parlare del consistente esborso di denaro di tutte le operazioni.
Per assecondare la sua esigenza estetica, infatti, la signora era arrivata a chiedere un cospicuo finanziamento.

A distanza di mesi dalla rimozione delle protesi, poi, si era decisa a presentare querela anche perché non riusciva ad entrare in possesso della cartella clinica relativa alla sua mastoplastica.

Il direttore sanitario, il medico e l’infermiere erano quindi stati rinviati a giudizio per colpa medica.
Peccato però che la signora abbia fatto trascorrere troppo tempo per presentare la sua querela.
La presidente della seconda sezione penale del tribunale di Brescia Anna Di Martino ha pronunciato una sentenza di assoluzione per Riccardo Amalfi – direttore sanitario della struttura privata dove la donna era stata operata – per il medico Maurizio Toniolo e per l’infermiere Giancarlo Rebessi.
Il motivo? La querela della donna è stata presentata tardivamente.
Questa era infatti la tesi difensiva degli imputati, che è stato poi accolta dal collegio giudicante, presieduto dal giudice Di Martino.
Quest’ultima ha decretato l’impossibilità a procedere nei confronti del direttore sanitario, del medico e di un infermiere della clinica estetica, accusati di lesioni gravi e dolose nei confronti della paziente per l’ intervento al seno malfatto.
Il pm nella sua requisitoria aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione per il primo e a due anni e tre mesi per gli altri due imputati.
Tuttavia, nel corso del procedimento si è posta attenzione ai tempi degli interventi e delle azioni legali.
Nell’udienza del luglio scorso, dopo un’ora di camera di consiglio, erano stati disposti nuovi approfondimenti.
E così, in aula, sono tornati il medico consulente di parte della donna, il medico curante e il medico del Civile.
Alla fine, si è deciso per la assoluzione per i tre sanitari dall’accusa di lesioni per l’ intervento al seno malfatto.
Il medico è stato però condannato ad un’ammenda di 500 euro per l’erronea compilazione di un certificato.
 
 
 
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