Anelli (OMCeO Bari): il modello pugliese è la via per il superamento delle liste di attesa e per una riorganizzazione del sistema sanitario

Il problema delle liste di attesa ha un’origine di sistema, legata all’invecchiamento della popolazione e alla maggiore incidenza delle malattie croniche. La cronicità, in particolare, rappresenta il nodo da sciogliere per risolvere anche una serie di altre problematiche che affliggono il sistema: appropriatezza, sicurezza, prevenzione e sostenibilità

La soluzione richiede un ripensamento complessivo del sistema sanitario dal punto di vista organizzativo e di approccio al paziente. A queste esigenze risponde il progetto Care Puglia 3.0.

Si tratta di un modello assistenziale di gestione dei percorsi diagnostici e di presa in carico di persone con patologie croniche nell’ambito delle cure primarie. Il fine è quello di prevenire l’incidenza delle malattie, oltre a garantire a tutti la presa in carico e l’accesso ai percorsi terapeutici. Il modello si basa sulla centralità del paziente, secondo il Chronic Care Model.

Care Puglia 3.0. prevede una cooperazione tra distretti e medicina generale e tra aziende ospedaliere e MMG.

Una collaborazione volta a garantire continuità nell’azione di cura delle malattie croniche. Il tutto attraverso la programmazione del percorso e la presa in carico “proattiva”, nonché il superamento della frammentarietà dell’azione di cura con ricadute positive sull’appropriatezza, sulla prevenzione, sui risultati in termini di salute e quindi sui costi complessivi.

Il modello consentirebbe inoltre di avere anche i medici di guardia e del 118 in un’unica struttura, i CPT – Centri Polifunzionali Territoriali, in un contesto quindi di maggiore sicurezza per cittadini e operatori.

“E’ giunto il momento di implementare il progetto Care Puglia 3.0  – propone Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari –. Il modello pugliese è la via per il superamento delle liste di attesa e per una riorganizzazione del sistema sanitario capace di rispondere meglio da un lato ai nuovi bisogni di salute dei cittadini, dall’altro al diritto dei medici di lavorare in sicurezza e in condizioni dignitose”.

 

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