Sofia, la bimba di quattro anni morta di malaria, sarebbe stata contagiata da un ago all’ospedale di Trento e non da una zanzara.

Sofia e’ morta il 4 settembre per malaria dopo essere stata ricoverata in tre ospedali diversi – a Bibione (Venezia), al S.Chiara di Trento e agli Spedali civili di Brescia.
Secondo i periti dell’Istituto Superiore di Sanita’, che hanno trasmesso alla procura di Trento le loro conclusioni. Il contagio sarebbe avvenuto in ambito ospedaliero.
I tecnici escludono anche che il veicolo dell’infezione sia una zanzara. Se errore c’è stato, si è trattato – commentano gli inquirenti – di una macroscopica falla nelle procedure, in sostanza un errore umano non facilmente individuabile.
Si tratta di una relazione di tre pagine, molto tecnica, che conferma le dichiarazioni rilasciate nei giorni corsi dal ministro della salute Beatrice Lorenzin.
In sostanza conferma che Sofia e’ stata contagiata con lo stesso ceppo malarico di una delle due bambine del Burkina Faso che si trovavano al S.Chiara di Trento nello stesso periodo in cui era ricoverata la bimba.

Tra le prime ricostruzioni c’era il sospetto che a contagiare la bambina fosse stato un ago pungidito.

L’ago pungidito viene usato tradizionalmente per misurare la glicemia, ma anche per verificare la presenza della malaria.
La bambina era diabetica e, pertanto, si pensa a un errore medico che avrebbe portato a utilizzare lo stesso strumento sia sulla bambine malate che su di lei.
L’ipotesi dell’ago pungidito era stata formulata dal dottor Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health.
Gli aghi che si usano per controllare i diabetici sono dello stesso tipo di quelli che servono per la goccia spessa, esame utile a diagnosticare la malaria.
Già pochi giorni dopo il fatto, Pasini dichiarò “sembra assumere sempre maggior corpo quella che sin dall’inizio appariva l’ipotesi più probabile.  E cioè che la povera bambina abbia contratto l’infezione nel periodo dal 16 al 20 agosto, dal sangue infetto per un errore umano.”.
 
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