La donna, che aveva problemi di obesità, si era sottoposta a un intervento di by pass gastrico. E’ morta per uno shock settico dopo essere finita nuovamente sotto ai ferri per una deiscenza dell’anastomosi

Il Giudice per le indagini preliminari di Lecce ha deciso il rinvio a giudizio per un medico 71enne di origini abruzzesi. Il camice bianco era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per il decesso di una paziente di 56 anni, morta per uno shock settico in una clinica privata del capoluogo salentino. Il fatto, risalente al novembre del 2016, è riportato da Leccenews24.

La donna, che aveva problemi di obesità, si era sottoposta a un intervento di by pass gastrico. Negli anni precedenti aveva già subito tre interventi di chirurgia bariatrica all’apparato digerente. Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe quindi presentato “fattori di rischio significativo per lo sviluppo di complicanze post-operatorie”.

Il professionista indagato, tuttavia, prima di operarla, non avrebbe predisposto un adeguato studio preparatorio.

In particolare, secondo il Pubblico ministero, avrebbe dovuto verificare lo stato nutrizionale della paziente in modo da ridurre il rischio di “riaperture” della sutura intestinale, come effettivamente avvenne.

Inoltre, a quattro giorni di distanza dall’intervento, il dottore avrebbe sottoposto la donna a un ulteriore intervento per una deiscenza dell’anastomosi in un “quadro di peritonite e di addome acuto”. A detta del magistrato inquirente, il medico non avrebbe messo in atto le buone pratiche clinico assistenziali, provvedendo all’immediato spostamento dei monconi intestinali all’esterno (stomia). Quest’ultima operazione sarebbe stata eseguita tardivamente, quando le condizioni della paziente erano oramai compromesse. Da qui l’accusa di colpa medica per “negligenza, imperizia ed imprudenza”.

L’inizio del processo, davanti al Giudice monocratico della prima sezione penale di Lecce, è atteso per ottobre. Nell’ambito del procedimento i familiari della vittima, dai quali è partita la denuncia che ha portato all’apertura dell’inchiesta, si sono costituiti parte civile.

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