Sono indagati per omicidio colposo gli 8 sanitari coinvolti nel caso della donna operata di ernia morta dopo essere stata dimessa dall’ospedale

La Procura di Pordenone ha indagato 8 persone per l’ipotesi di reato di omicidio colposo per il caso di una donna operata di ernia morta dopo essere stata dimessa dall’ospedale.

La vittima, morta lo scorso 14 settembre, si chiamava Annamaria Gnan, aveva 61 anni e abitava a Caorle (Venezia).

L’indagine ha preso il via in seguito a un esposto presentato dai familiari della donna.
La vittima era deceduta pochi giorni dopo essere stata sottoposta a un intervento di ernia al Policlinico San Giorgio di Pordenone.
L’iscrizione nel registro degli indagati in questo caso è un atto a tutela delle garanzie difensive, in quanto consentirà la nomina di periti di parte all’autopsia, programmata per il 2 ottobre a Portogruaro.
Intanto dall’ospedale non giunge nessun commento, salvo la conferma del fatto che la paziente quando è stata dimessa versava in condizioni di salute compatibili con un normale decorso post operatorio, senza alcuna complicazione

La vittima il 6 settembre scorso si era sottoposta a un trattamento di ernia iatale tramite laparoscopia esplorativa al policlinico di Pordenone.

La donna operata di ernia morta dopo essere stata dimessa, ha da subito lamentato forti dolori al fianco.
Non solo. I medici l’avrebbero rassicurata, spiegandole che si trattava della normale conseguenza della quantità d’aria introdotta durante l’operazione.
I medici avevano poi specificato che, nel caso di aggravamento, l’avrebbero invitata a rivolgersi al proprio medico di famiglia per farsi prescrivere una terapia antidolorifica.
La donna procede così il 13 settembre, dato che i dolori non le davano tregua.
Il suo medico di base le prescrive un analgesico, che la 61enne assume con scarsi risultati. Anzi, nella notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 settembre la situazione precipita.
Dopo la mezzanotte la signora avrebbe cominciato a respirare sempre più affannosamente, al punto che il marito sarebbe corso in salotto per chiamare il 118.
Tornato in camera da letto però, la donna non respirava più e perdeva sangue dal naso e dalla bocca. I medici non hanno potuto che constatare il decesso della donna.

I familiari di Annamaria Gnan hanno presentato alla stazione dei carabinieri di Caorle un esposto.

La richiesta all’autorità giudiziaria è di effettuare gli accertamenti atti a verificare eventuali responsabilità penale in capo ai medici che hanno visitato la donna.
Sono state acquisite anche le cartelle cliniche integrali.
Il sostituto procuratore, Nicola Russo, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati otto sanitari: sei medici, per lo più chirurghi, e un’infermiera.
Si tratta dei componenti dell’équipe della sala operatoria che ha eseguito l’intervento, i dottori che hanno visitato la paziente durante il ricovero e quello che l’ha dimessa.
Oltre a loro,tra gli indagati figura il medico curante della signora. Il pm, inoltre, ha incaricato in consulente tecnico medico legale Barbara Bonvicini di effettuare l’autopsia sulla salma della vittima.
 
 
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