Tra i reati contestati al camice bianco, in servizio nel 2017 presso l’ospedale di Ortona, anche il tentato abuso d’ufficio e il rifiuto di atti d’ufficio. Il professionista avrebbe prescritto farmaci da acquistare presso la parafarmacia del figlio

Abuso d’ufficio, tentato abuso d’ufficio e rifiuto di atti d’ufficio. Queste le ipotesi di reato a carico di un ex dirigente medico, in servizio nel 2017 presso l’unità operativa di Ortopedia dell’ospedale di Ortona.

Il camice bianco, oggi 68enne e in pensione, è stato rinviato a giudizio dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Chieti. Secondo l’accusa il professionista avrebbe prescritto infiltrazioni di acido ialuronico a numerosi pazienti, sollecitando loro l’acquisto del prodotto presso la parafarmacia del figlio.

Gli assistiti, come ricostruisce il quotidiano online Abruzzoweb, una volta procuratisi il farmaco, tornavano quindi in ambulatorio per l’infiltrazione. Ma, secondo quanto emerso dall’inchiesta, le prestazioni venivano erogate senza il pagamento dell’ulteriore ticket previsto.

Un sistema che, quindi, avrebbe arrecato un danno erariale all’Azienda sanitaria locale di Lanciano Vasto Chieti.

Gli inquirenti avrebbero inoltre appurato che l’ex dirigente medico in un caso si sarebbe rifiutato di sottoporre a visita specialistica ortopedica una paziente. In un’altra circostanza, invece, dopo una visita specialistica ortopedica, si sarebbe indebitamente rifiutato di rilasciare al paziente una relazione sulle condizioni cliniche del ginocchio destro. In altre due occasioni, infine, avrebbe negato a due assistiti la pratica di un ciclo di infiltrazioni alle ginocchia. Da qui l’accusa di rifiuto di atti di ufficio.

La Asl – riporta sempre Abruzzoweb – si è costituita parte civile nel procedimento chiedendo un risarcimento dei danni pari a 100 mila euro. La prima udienza del processo è prevista per il prossimo aprile.

Per quanto riguarda invece il figlio dell’imputato, anch’egli indagato, il Pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. Il giudice, tuttavia, ha disposto una integrazione delle indagini di ulteriori tre mesi, per verificare eventuali ipotesi di concorso.

 

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