Il progetto, al vaglio dell’Assessorato regionale alla sanità, potrebbe partire in via sperimentale la prossima primavera con l’impiego ‘a gettone’ di circa 500 medici freschi di specializzazione

La Regione Piemonte si appresta a varare un piano sperimentale, primo nel suo genere in Italia, che prevede l’impiego di giovani neo specialisti in medicina per smaltire le lunghe liste di attesa che rappresentano ormai un problema cronico per la sanità regionale. Negli ultimi anni infatti i tempi d’attesa si sono notevolmente allungati con moltissimi sforamenti rispetto agli standard fissati dal Ministero della Salute.
L’abbattimento delle liste d’attesa è tra gli obiettivi previsti dal documento che il Governatore Chiamparino ha presentato a fine 2016. L’ipotesi dell’impiego dei giovani medici, frutto di una collaborazione tra l’Assessorato alla Sanità, l’Università degli studi e la scuola di medicina, prevede, che questi, dopo la specializzazione, possano fornire, mediante una formula di pagamento ‘a gettone’, visite in ambito ambulatoriale ed esami diagnostici con apparecchiature messe a disposizione sul territorio.
Il progetto potrebbe vedere il coinvolgimento di circa 500 neo specializzati usciti negli ultimi due anni dalle 48 diverse scuole di specializzazione. In tal modo i medici potrebbero mettere alla prova le competenze acquisite negli anni di studio, cosa che invece attualmente non avviene con le guardie mediche, che rappresentano spesso il loro primo sbocco professionale. Il loro aiuto, inoltre, potrebbe estendersi anche a prime visite chirurgiche, in casi dove non ci sia un’alta complessità.
L’accordo fra Università e Assessorato è ancora da definire, così come sono da definire i nodi amministrativi ed economici relativi all’impiego dei camici bianchi. Entro i primi mesi dell’anno il progetto dovrebbe essere definito nei dettagli in modo da poter essere avviato in primavera parallelamente al lancio del nuovo Cup regionale. L’assessorato dovrà individuare le aree con priorità di intervento tenendo conto di quelle più critiche quali ortopedia, oculistica e allergologia.

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