È stato presentato al Senato un disegno di legge per il ritorno delle festività soppresse. Ecco tutte le novità che potrebbero portare più ferie per gli italiani.

Avrà comprensibilmente suscitato la gioia di molti la notizia di un disegno di legge, presentato in Senato, per il ritorno di alcune festività ormai soppresse che porterebbe più ferie per gli italiani.

La notizia aumenterebbe di fatto i giorni di ferie e i ponti per tutti gli italiani. Il ddl è frutto dell’iniziativa dei senatori Steger, Unterberger e Durnwalder.

In buona sostanza, se la proposta dovesse passare, ci saranno cinque giorni di riposo in più.

Le feste da reinserire in calendario sono San Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini (nella cadenza infrasettimanale di giovedì), i Santi Apostoli Pietro e Paolo (quest’ultima celebrata solo a Roma, sarebbe quindi estesa a tutta Italia). Inoltre, il giorno di lunedì seguente la Pentecoste quale festività agli effetti civili.

Queste festività erano state soppresse con la legge n. 54 del 5 marzo 1977, modificando così la legge 27 maggio 1949, n. 260.

All’epoca, il provvedimento era stato attuato in quanto “il loro carattere infrasettimanale avrebbe avuto una negativa incidenza sulla produttività delle aziende e dei pubblici uffici».

Ebbene, il ddlpresentato al Senato, invece, punta ad un ripristino degli effetti civili di alcune di quelle festività. Celebrazioni ritenute molto importanti per la tradizione e la storia dell’Italia.

Secondo i senatori che hanno avanzato la proposta consistente in più ferie per gli italiani, tali festività religiose sono “espressione della tradizione di fede e di cultura della comunità, tuttora festeggiate in molti Paesi europei. È un omaggio alle persone credenti che possono così celebrare nuovamente le ricorrenze religiose, e un giusto riconoscimento dei valori cristiani”.

Festività che abbracciano anche “i non credenti che possono dedicare le giornate alle attività di tempo libero”.

La legge del 1977 che le aveva abolite – specificano i senatori – si riferiva a un momento storico in cui si invocava più austerità.

“Gli anni ’70 – chiariscono i senatori – sono gli anni in cui si inizia a parlare di crisi petrolifera, la disoccupazione inizia a far sentire i suoi effetti e l’inflazione corrode gli stipendi. L’Italia rallenta la sua crescita economica e, improvvisamente, si trova a dover fare i conti con gli effetti di una gestione del boom degli anni 60 quantomeno poco accorta”.

Ma, ammettono i promotori del ddl, gli anni successivi hanno messo in luce come l’austerità non avesse dato gli effetti desiderati.

“Si può inoltre prevedere un aumento delle attività di svago e di turismo se le ricorrenze si abbinano ai fine settimana, il che può incidere positivamente sullo sviluppo economico del Paese”, hanno aggiunto.

Un esempio, in tal senso, è la festività dell’Epifania.

Questa è stata ripristinata nel 1985. Nel 2001, una mobilitazione da parte dell’opinione pubblica ha condotto al ripristino della festa nazionale della Repubblica.

 

 

 

 

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