Sempre più persone sono affette da sindromi respiratorie acute o croniche. Fortunatamente oggi attraverso campagne mirate di comunicazione e sensibilizzazione, il consumo di tabacco nella popolazione è notevolmente diminuito.

Permane comunque una buona parte della popolazione a farne uso, ma nel periodo compreso tra gli anni 70 e gli anni 80, l’abitudine al consumo di sigarette ha visto un incremento esponenziale. Questo spiega infatti come oggi una gran numero di persone con età compresa tra i 65 e i 90 anni è affetta da malattie dell’apparato respiratorio.

La riabilitazione respiratoria, precedentemente appannaggio dei centri ospedalieri pubblici o convenzionati, sta divenendo quindi di fatto una delle attività in via di ampliamento anche e soprattutto nei centri di riabilitazione privati. Questa branca della fisioterapia si pone quattro obiettivi principali, essi sono l’aumento degli scambi gassosi all’interno dei polmoni, il miglioramento del pattern respiratorio, il rinforzo della muscolatura coinvolta nelle dinamiche respiratorie e la disostruzione bronchiale .

Attraverso gli esercizi somministrati si agisce sull’implementazione degli scambi gassosi e sul miglioramento del controllo respiratorio. Il primo obiettivo è quindi di prolungare le tempistiche di inspirazione ed espirazione. Tale intervento ci permette di aumentare il volume corrente e allo stesso tempo di ridurre  lo spazio morto fisiologico. Attraverso questi semplici esercizi di implementazione della percezione respiratoria inoltre assistiamo ad un aumento della saturazione di ossigeno nel sangue (SpO2) ed una riduzione della saturazione dell’anidride carbonica (Co2).

A lungo termine anche una riduzione dei lattati visionabile attraverso l’emogas analisi, infine si normalizza anche il Ph ematico. É quindi importante e fondamentale per il paziente prendere coscienza della proprio modello respiratorio, per poi correggerlo in modo da normalizzare la frequenza ed aumentare la quantità di aria ventilata.

Il corretto pattern respiratorio prevede che l’aria venga  inspirata dal naso. Attraverso i canali nasali l’aria infatti viene filtrata, umidificata e riscaldata. Mentre l’espirazione avviene per via della bocca al fine di produrre una pressione espiratoria positiva (Pep) utile ad esempio nella riduzione del fenomeno dell’air trapping (intrappolamento dell’aria) in pazienti con enfisema e comunque in generale per prolungare il tempo espiratorio al fine di aumentare il passaggio dell’ossigeno dall’alveolo al capillare e della co2 dal capillare all’alveolo.

Gli esercizi proposti devono prevedere anche la variabilità di posizionamento in quanto essendo i muscoli respiratori collegati ai cingoli pelvico e toracico, una variazione di questi ultimi permette anche una differenziazione loco-regionale dell’esercitazione stessa. Attraverso le variazioni di posizione siamo quindi in grado di determinane su diversi distretti muscolari sia il potenziamento che l’allungamento.

Ad esempio nella fase espiratoria in concomitanza con il movimento di elevazione delle braccia si produce un allungamento dei muscoli intercostali esterni ed una co-contrazione dei muscoli addominali, producendo una massima espirazione, seguita poi da una inspirazione altrettanto profonda che permette un maggiore flusso d’aria. Una delle tecniche fondamentali per la disostruzione bronchiale ed utile ad aumentare la Sp02 è l’espirazione lenta totale a glottide aperta o ELTGOL facilmente eseguibile autonomamente dal paziente.

Una volta apprese le tecniche di miglioramento percettivo si passa ad una seconda fase di trattamento in base anche alla risposta del paziente. Tale fase prevede esercizi di rinforzo muscolare non specifico. Muscoli principalmente trattati sono ad esempio il quadricipite, il gastrocnemio ed i glutei. Il nuovo obiettivo si propone di rinforzare tali muscoli e migliorare la stabilità nel cammino. Inoltre vengono quindi proposti esercizi di equilibrio e postura ed allenamento alle scale.

La riabilitazione respiratoria è terapia di elezione in tutti i pazienti motoriamente decondizionati e con parametri di SpO2 bassi come accade nei quadri di «bpco, scompenso cardiaco congestizio, sternotomie, toracotomie, addominotomie e stadi di allettamento prolungati». La durata del trattamento deve essere di almeno un’ora e ripetuta in fase acuta possibilmente ogni giorno. Successivamente a giorni alterni e con richiami mensili una volta stabilizzata la condizione generale del paziente.

Matteo Zampetti

Dr. in Fisioterapia

MeRiBen Coop Genzano di Roma

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