”Nel Patto della salute – ha spiegato Lorenzin – abbiamo inserito il patto per la sanità digitale e siamo andati avanti nella legge di stabilità anche cercando di razionalizzare il linguaggio, perchè tutti parlano un linguaggio digitale diverso. Ora siamo sulla strada giusta e stiamo uniformando con un unico linguaggio tutto il sistema digitale nazionale”.
Ma oltre al risparmio economico, che arriverebbe ad esempio dalla ricetta elettronica, ha sottolineato, ”ci sarebbe anche un risparmio enorme in termini di efficienza, perchè ci sarebbe il controllo di ogni singola azienda sanitaria, la tracciabilità dei farmaci e del sistema di organizzazione. Ciò porterebbe ad una grande qualità del servizio traducendosi nella più grande arma contro la corruzione e la malasanità, che si annidano dove non c’è chiarezza e trasparenza dei processi”.
La sanità digitalizzata sarebbe dunque un’opportunità a fronte del costante invecchiamento della popolazione e dell’aumento della spesa sanitaria pubblica: solo per quella collegata ai ‘servizi di lunga assistenza’ si stima infatti una crescita di circa 6 mld l’anno da qui al 2060. Ma proprio dall’applicazione delle tecnologie digitali si otterrebbero risparmi ingenti: l’adozione della cartella clinica elettronica consentirebbe ad esempio risparmi fino a 1,6 mld di euro l’anno e la diffusione di servizi digitali, come il download dei referti via web e la prenotazione online di esami/visite, permetterebbe un risparmio fino a 350 mln l’anno.
Infine, rilevano gli esperti, importanti benefici si otterrebbero pure dalla mobile health e dalle tecnologie per il controllo a distanza dei pazienti: dai sensori per misurare la glicemia ai software che ricordano di prendere la compressa, ai sensori indossati dai pazienti per un continuo check up e in grado di dare l’allarme in caso di emergenza.(ansa)