I costruttori fanno ricorso alla Commissione europea contro il meccanismo dello split payment previsto dalla legge italiana

Il meccanismo dello split payment, previsto dalla legge italiana, violerebbe le norme comunitarie in materia di Iva. Per questo motivo, alcune imprese di costruzioni edili hanno fatto ricorso alla Commissione europea.

Una vera e propria class action, quella avviata contro lo split payment, che ha coinvolto Ance, Legacoop, Cna costruzioni, Confartigianato edilizia, Confapi Aniem e Federcostruzioni.

Tutte insieme hanno presentato una denuncia nella quale contestano la violazione di norme europee per il meccanismo fiscale.

Questo, istituito anche per prevenire l’evasione dell’Iva, stabilisce che le PA, o altri soggetti obbligati, versino direttamente all’erario l’Iva dovuta per lavori effettuati dall’impresa stessa.

Il tutto, mentre questa continua a pagare l’imposta per l’acquisto di beni e servizi. Il risultato è che, tra Iva versata e quella soggetta a split payment, le imprese soffrono una pesante perdita di liquidità stimata in circa 2,4 miliardi di euro l’anno.

Pertanto, secondo la class action avviata dalla associazioni edili, questo meccanismo crea la situazione per cui le imprese si trovano in una continua condizione di Iva a credito nei confronti dello Stato.

Nel frattempo, da parte del Mef, non sono giunte repliche ufficiali, ma l’Italia ha chiesto e ottenuto dall’Ue una deroga fino al 2020 dell’utilizzo di questo strumento.

Peraltro, tra gli emendamenti presentati alla legge di bilancio, ce n’era uno bipartisan che prevedeva rimborsi immediati dell’Iva, rimasto purtroppo lettera morta. Da qui la decisione delle imprese edili di rivolgersi a Bruxelles con una class action.

La situazione è grave anche perché potrebbe minare seriamente la stabilità finanziaria delle aziende stesse.

Una circostanza che, in sostanza, non fa che alimentare la crisi del settore delle imprese di costruzioni in Italia, con un’incidenza negativa anche sul funzionamento dell’economia nazionale, e ripercussioni sull’occupazione e sugli investimenti nel settore.

 

 

 

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