Truffa e falso in atto pubblico sono i reati contestati agli oltre 100 indagati nell’inchiesta sui super straordinari alla Asl
La procura di Firenze ha notificato oltre 100 avvisi di conclusione di indagine ad altrettante persone per la vicenda dei super straordinari alla Asl 10 di Firenze.
I reati contestati nell’inchiesta sui super straordinari alla Asl sono quelli di concorso in truffa e falso in atto pubblico.
L’inchiesta della Procura di Firenze era partita nel giugno del 2015.
All’epoca, i carabinieri del Nas si erano presentati in diverse sedi dell’Azienda sanitaria per effettuare degli accertamenti.
Erano poi state sequestrate numerose cartelle e documentazione varia relativa ai controlli del servizio di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro (Pissl) del dipartimento della prevenzione.
L’indagine era stata coordinata, in un primo momento, dal pm Luigi Bocciolini; in seguito è passata al suo collega Tommaso Coletta.
Tali verifiche hanno permesso di rilevare una serie di incongruenze nel pagamento di super straordinari alla Asl, a carico di dipendenti della stessa, per i controlli sui luoghi di lavoro tra il 2010 il 2015.
Pagamenti – secondo l’accusa – autorizzati dalla stessa Regione Toscana. Era stata proprio la Regione, nel corso di quei 5 anni, a dare il via alla Asl per le autorizzazioni ai dipendenti del dipartimento di prevenzione a lavorare in produttività aggiuntiva.
Vale a dire, a fare i controlli anche fuori dall’orario di lavoro. Appena l’inchiesta ha preso il via, l’Azienda sanitaria 10 di Firenze ha bloccato tutti i controlli straordinari.
Intanto, sulla vicenda, il Cobas pubblico impiego-sanità della Usl Toscana Centro ha deciso di diffondere una nota.
All’interno del comunicato diffuso oggi, vengono difesi i dipendenti indagati.
Inoltre, si accusano i vertici aziendali “di aver esposto gli stessi lavoratori a quanto poi accaduto”.
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