Vita dura per gli evasori fiscali. Da oggi sarà più semplice per l’Agenzia delle Entrare stanarli e riconoscere le irregolarità. Ecco i nuovi strumenti a disposizione del Fisco

Prosegue senza sosta la caccia agli evasori fiscali, tema da sempre molto sentito nel nostro Paese e mai del tutto risolto.

Ebbene, da oggi, l’Agenzia delle Entrate attingerà alla banca dati dell’archivio dei rapporti per le verifiche sui contribuenti per stanare i disonesti.

Ecco quindi che compravendita di oro e preziosi, prodotti assicurativi, ma anche carte di credito, conti correnti e libretti, diventeranno gli strumenti-chiave per verificare il livello di evasione.

Si muoverà così l’Agenzia delle entrate, tramite l’utilizzo delle informazioni contenute nell’archivio dei rapporti. Uno strumento efficace, capace di ricostruire il patrimonio finanziario dei contribuenti. Così come di trovare incrementi non giustificati dai redditi prodotti nell’anno, al netto delle spese sostenute.

Tutte le variazioni anomale saranno considerate sintomo di “rischio fiscale” e potranno mobilitare accertamenti da parte dell’Agenzia.

I dati attualmente in possesso del Fisco riferiscono di un’evasione tra i 100 ed i 110 miliardi di euro, riferita a tributi e contributi persi ogni anno. Una situazione che rende sempre più necessaria la caccia agli evasori nei modi più efficaci possibili.

Drastico il parere dei giudici della Corte dei conti. Questi infatti denunciano da parte dell’Agenzia un “chiaro sottoutilizzo” del numero imponente di informazioni comunicate dalle banche e dagli altri operatori finanziari.

Tutti numeri che il Fisco avrebbe potuto meglio utilizzare istituendo, ad esempio “liste selettive” di contribuenti a maggior rischio di evasione. Ma anche per condurre “analisi del rischio” di evasione (come indicato dalla legge di Stabilità del 2015).

Adesso, però, nella caccia agli evasori il Fisco potrà concentrarsi sui depositi dei contribuenti. L’accertamento scatterà subito in caso di consistenti variazioni di risparmio rispetto al reddito medio.

A finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco, dunque, saranno i dati sull’apertura e la chiusura dei rapporti finanziari. Ma anche le informazioni sui saldi e i movimenti di conti correnti e i conti di deposito. Così come riguarderanno rapporti fiduciari, carte di credito e altri rapporti finanziari.

Analisi del Fisco sono già riservate al periodo d’imposta 2013, solo rispetto a conti bancari, rapporti fiduciari, gestioni collettive del risparmio, gestioni patrimoniali, certificati di deposito e buoni fruttiferi. Le verifiche sperimentali abbracceranno anche al periodo d’imposta 2014, e si estenderanno a carte di credito, prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione, acquisto e vendita di oro e metalli preziosi.

 

 

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