Per il Giudice del Lavoro non sussiste alcuna violazione e non c’è concorrenza con il servizio sanitario regionale

Era stato accusato assieme ad altri cinque medici, di svolgere attività in forma privatistica in concorrenza con il servizio sanitario pubblico. Era il febbraio del 2016 e i controlli dei servizi ispettivi delle Asl, realizzati a campione in tutte le Aziende sanitarie regionali e in tutti gli ospedali, avevano fatto emergere, a detta della Regione, ‘gravi irregolarità’ in relazione all’attività di 6 camici bianchi dell’Ospedale Oftalmico di Torino.
Ma mentre i colleghi avevano deciso di patteggiare, il professor Claudio Panico, primario di Traumatologia Oculare presso il nosocomio del capoluogo piemontese, si era rivolto al Tribunale del Lavoro contro la sospensione dall’attività, che di conseguenza era stata immediatamente congelata.
Nel successivo procedimento il medico è riuscito a dimostrare la correttezza della propria condotta e nei giorni scorsi è arrivata la sentenza di assoluzione, mentre l’Azienda sanitaria è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio.
Sebbene le motivazioni della sentenza debbano ancora essere rese note, nel dispositivo della pronuncia il Giudice del lavoro ha riconosciuto che l’attività privata svolta dal professionista in attività extramoenia, cioè in uno studio di medici associati fuori dall’ospedale e fuori dagli orari di lavoro all’Oftalmico, non configura nessuna violazione e non è in concorrenza con il servizio sanitario regionale.

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