Progettato e realizzato da un team italiano, il prototipo è in grado di evitare gli ostacoli e fare da guida agli strumenti chirurgici

Orgoglio “made in Italy” per il brevetto del primo robot flessibile che è in grado di evitare ostacoli e zone sensibili o pericolose in luoghi difficilmente accessibili.

Immediate e importanti le applicazioni in campo medico: il nuovo robot (i primi modelli saranno sul mercato già in 3-5 anni), infatti, potrà essere utilizzato per veicolare gli strumenti chirurgici all’interno del corpo umano.

La mente e il braccio dietro questo prodigio tecnologico è tutto nel gruppo di ricerca guidato da Edoardo Sinibaldi del Centro di MicroBioRobotica di Pontedera (Pisa) dell’Istituto Italiano di tecnologia (Iit), che ha realizzato il prototipo in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna.

Questa nuova tecnologia consente al robot flessibile appena brevettato di costruire una guida, grazie al suo stesso avanzamento, e senza l’aiuto di supporto esterno e per questo è particolarmente indicata in ambienti di difficile accesso: gli strumenti flessibili di cui è costituito il macchinario, infatti, avanzano dandosi supporto l’uno con l’altro compiendo anche traiettorie complesse o dotate di grande curvatura, senza toccare gli ostacoli con il corpo dello strumento (una problematica che è ancora oggi il centro della ricerca in ambito tecnologico).

È proprio Sinibaldi a spiegare su Adnkronos la genesi e l’evoluzione del robot flessibile: “Siamo partiti da uno studio teorico e la configurazione intrecciata emersa come possibile soluzione al problema è assolutamente innovativa. È il frutto di un lavoro lungo e articolato, in cui abbiamo saputo integrare e valorizzare le nostre competenze e l’anima multiculturale del nostro team di ricerca”.

Foto: fonte, La Nazione

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