Al DPA il merito di essersi riaperto al dialogo in una fase importante in cui, dal Parlamento italiano alle Nazioni Unite, il dibattito sulla legislazione antidroga è di grande attualità

“Ferma restando la necessità di definire, e sostenere pienamente interventi di riduzione del danno, fino a quando le droghe resteranno proibite il loro ‘controllo’ non potrà esser affidato esclusivamente al Ministero della Salute”. Così in una nota il mondo dell’associazionismo reagisce compatto alle voci che vorrebbero lo smantellamento del Dipartimento per le Politiche Anti-Droga e il relativo passaggio di competenze al Ministero della Salute. “Oggi, mentre assistiamo a un ritorno di arresti per detenzione di sostanze illecite, è quanto mai urgente ridefinire il mandato del Dipartimento – partendo dal nome – e imputargli competenze relative alle politiche pubbliche in materia di stupefacenti anche in linea con la dicitura dell’Ufficio della Nazioni unite che, per l’appunto, NON si chiama “anti-droga” ma “sulle droghe””.

Riforma dunque e non smantellamento. E’ questo l’appello che vede tra i firmatari i rappresentanti di Associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, Società della Ragione, CNCA, Fuoriluogo, Gruppo Abele, LegacoopSociali, Lila, Antigone e CILD. “Nell’anno in cui l’Italia finalmente si smarca da posizioni di retroguardia alle Nazioni unite in occasione della sessione speciale dell’Assemblea Generale affermando la necessità di promuovere approcci non ideologici e perseguire politiche che funzionino – anche sulla base di evidenze scientifiche – smantellare il DPA sarebbe la peggiore delle scelte politiche possibile”.

Le Associazioni riconoscono inoltre al DPA il merito di aver riaperto le sue porte al dibattito convocando una riunione pubblica in vista della riunione delle Nazioni unite, e coinvolgendo nei suoi lavori le stesse associazioni per ascoltare istanze e proposte sino a suggerirne l’inclusione nella delegazione italiana all’ONU.

L’auspicio espresso nell’appello è quindi che si tratti solo delle solite voci che periodicamente corrono nei corridoi dei palazzi e che non distraggano dal lavoro di queste settimane relativo alla preparazione della relazione al Parlamento che aiuti il legislatore in un momento in cui alla Camera si discute di regolamentazione legale della Cannabis e sono presenti in Parlamento proposte per una riforma organica della legislazione antidroga. “La vera decisione politica che il Governo deve prendere – conclude la nota – è quella relativa alla convocazione della VI Conferenza nazionale sulle droghe – assente dal 2009 – come luogo dove poter affrontare nel merito non tanto gli aspetti burocratico-amministrativi del Dipartimento, quanto il nocciolo delle leggi e politiche da analizzare, valutare e riformare.

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