Hanno portato a termine una truffa da oltre un milione di euro grazie a incidenti stradali simulati i 16 sanitari ora agli arresti.

Sedici persone, tra medici e infermieri, sono finite agli arresti per una vicenda di incidenti stradali simulati. Lo scopo era procurare alle false vittime grossi risarcimenti dalle compagnie assicurative. Il caso è avvenuto a Roma.

L’accusa per i sanitari è quella di aver collaborato alla simulazione di decine di incidenti stradali portando così a termine una truffa da oltre un milione di euro.

Le persone coinvolte nel caso degli incidenti stradali simulati sono accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di numerose compagnie assicurative RC auto. Ma anche di corruzione, sostituzione di persona e falso.

E tra gli arrestati, che avrebbero redatto falsi referti, ci sono anche nomi illustri.

Tra loro, Paolo Ottolenghi, professore universitario e ortopedico del Policlinico Umberto I, finito in carcere.

Ai domiciliari sono finiti invece Edoardo Franceschetti, ortopedico al policlinico Tor Vergata, Claudio Salomoni infermiere all’Umberto I e Luca La Verde, ortopedico al Campus Bio-medico.

Intanto si apprende che le forze dell’ordine avrebbero effettuato perquisizioni anche all’interno dell’Umberto I. Le indagini sono durate circa un anno, sotto la direzione della Procura di Roma.

Il danno alle assicurazioni ammonterebbe a un milione di euro. Nell’operazione sono stati coinvolti complessivamente 207 indagati. Tra questi, 78 per associazione, tra cui i 20 destinatari delle misure cautelari.

Secondo i carabinieri, infatti, nell’arco di tre anni sarebbero stati simulati decine di incidenti stradali, spesso utilizzando gli stessi veicoli.

Ma ecco come avveniva la truffa degli incidenti stradali simulati.

Gli scontri sarebbero stati organizzati quasi sempre nel giorno in cui i professionisti ritenuti compiacenti erano di turno. Spesso era il mercoledì. In un caso, addirittura, ne sarebbero stati inscenati ben sei in un pomeriggio. Tutte le false vittime erano state portate nello stesso pronto soccorso a farsi visitare.

Dalle indagini è emerso che a capo dell’organizzazione c’era Stefano Perniconi, che assieme ai suoi più diretti collaboratori stabiliva il luogo del falso incidente.

Il 46enne è stato a Cortina dov’era in settimana bianca con la compagna, una dipendente delle poste.

 

 

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