Tra le novità annunciate anche una flat tax per i titolari di partita IVA

La manovra finanziaria varata dal Governo per il 2017 presenta novità che riguardano una platea di milioni di professionisti o imprese. Tra queste figura l’abolizione degli studi di settore come indicatore di determinazione del reddito per gli accertamenti.

Introdotti nel 1993, tali strumenti erano già stati bocciati nel 2009 dalla Corte di Cassazione che aveva sancito con varie sentenze la nullità dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate basato sui soli studi, in quanto considerati una presunzione semplice che per rispecchiare una realtà ha bisogno dell’attivazione di un contraddittorio con il contribuente.

Gli studi di settore saranno sostituiti dagli ‘indicatori di compliance’, ovvero un dato sintetico che fornisce, su scala da uno a dieci, il grado di affidabilità del contribuente, nell’ambito di un sistema di ‘premialità’ che prevede, per i contribuenti più affidabili, percorsi accelerati per i rimborsi fiscali, esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità.

Restano ancora da chiarire, tuttavia, i criteri che saranno utilizzati per l’attribuzione del voto in questa speciale ‘pagella’: le poche indiscrezioni trapelate, tutte da confermare, parlano di una stima che avverrebbe sul pregresso della contribuzione, fino a 8 anni prima, considerando l’andamento del ciclo economico e gli influssi dello stesso sul reddito del professionista. Da chiarire, inoltre, i tempi circa l’introduzione degli indicatori, in via sperimentale, per le varie categorie professionali.

La manovra prevede poi, recependo peraltro le ultime sentenze della Corte di Cassazione, l’abolizione dell’Irap per gli studi professionali senza dipendenti o con un dipendente con mansioni meramente esecutive e l’introduzione di una ‘flat tax’ per lavoratori autonomi e società di cui, anche in questo caso, si sa ancora poco, soprattutto rispetto ad eventuali condizioni per poter beneficiare della misura. Tra le ipotesi vi sarebbe la possibilità, per i titolari di partita IVA,  di dedurre il 140% per gli investimenti tecnologici, con una superdeduzione del 250% per le imprese che nel 2017 cambiano tutta la tecnologia.

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