La perizia medico legale disposta nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di un pensionato, morto dopo una crisi respiratoria in una clinica del pisano, scagiona il personale sanitario. Ma per i parenti la vicenda merita approfondimenti

Non ci sarebbe alcun nesso causale tra la condotta del personale sanitario e la morte del paziente. Queste le conclusioni della consulenza medico legale disposta nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di un 79enne, morto dopo una crisi respiratoria nel pisano.

L’uomo, come ricostruisce la Nazione, è scomparso nel dicembre del 2015. Era stato ricoverato all’ospedale di Pontedera per un blocco renale e respiratorio. Dopo tre giorni era stato portato nel reparto di rianimazione per alcune complicazioni e in seguito trasferito presso un centro clinico multispecialistico per la riabilitazione.

L’anziano, ex muratore in pensione,  era morto in seguito a una crisi respiratoria. Secondo i parenti, tuttavia, non sarebbe stato adeguatamente assistito. In particolare la famiglia, nella denuncia presentata ai carabinieri, lamentava che il figlio del paziente, nei primi minuti della crisi, non sarebbe riuscito a trovare il personale per i soccorsi.

I militari dell’Arma, il giorno stesso del decesso, avevano sequestrato le cartelle cliniche del pensionato.

Le indagini avviate dalla Procura avevano portato all’iscrizione sul registro degli indagati di cinque dipendenti della clinica in servizio nell’orario del decesso. Tra questi anche il medico che firmò il certificato di morte.

Gli esiti della perizia, giunti nelle scorse ore, scagionerebbero quindi gli indagati, tanto che, rispetto alle loro posizioni, il Pubblico ministero ha richiesto l’archiviazione. Ma i familiari della vittima non ci stanno e presentano opposizione. A loro avviso, secondo quanto riportato dalla Nazione, la vicenda merita ulteriori approfondimenti. Inoltre vi sarebbero delle carenze di indagine, in particolare per quanto concerne la richiesta, rimasta senza esito, di acquisizione delle immagini delle telecamere del reparto dove l’uomo era ricoverato. L’ultima parola ora spetta al giudice per l’udienza preliminare.

 

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