L’uomo chiede l’invio degli ispettori per far chiarezza su cause del decesso del padre e eventuali responsabilità del personale medico del Pronto soccorso

E’ morto in casa nel cuore della notte dopo che poche ore prima era stato dimesso dal Pronto soccorso dell’Ospedale di Tropea. Ora il figlio, un professionista della comunicazione nel settore medico e farmaceutico, vuole vederci chiaro e si appella al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché sia fatta luce fino in fondo su eventuali responsabilità “senza dare pregiudizialmente colpe a nessuno”.
Dopo aver sporto denuncia presso la Questura di Vibo Valentia, l’uomo chiede l’invio degli ispettori ministeriali presso la struttura sanitaria calabrese per evitare che ciò che è successo possa capitare ad altre persone, interrogandosi sul perché “i piccoli ospedali sul territorio che si occupano di tutto senza avere una competenza profonda su niente” siano ancora aperti.
Il padre, 77 anni, era arrivato in Ospedale nel pomeriggio con “un forte dolore alla pancia”. Dopo tre ore era stato sottoposto a un elettrocardiogramma, non ripetuto, da cui erano emerse delle aritmie sinusoidali. Pochi minuti dopo l’esame era stato dimesso con la prescrizione di una terapia a base di soluzione fisiologica e un farmaco anti ulcera. All’una di notte la moglie aveva allertato i paramedici che, tuttavia, non avevano potuto far altro che constatare il decesso. “Come può una persona che si sente male alle 17 del pomeriggio – si chiede il figlio – dopo che si è affidato alle cure di un ospedale, morire da solo a casa 7 ore dopo?”.
Nella lettera inviata al Ministro l’uomo chiede dunque spiegazioni sui troppi punti oscuri e tanti dubbi relativi alla vicenda, in particolare sul perché non sia stata presa la decisione di ricoverare il padre o di indirizzarlo verso strutture con ‘specifica competenza cardiologica’, ad esempio a Catanzaro o Cosenza. “Io non ho nessuna prova che lui sia morto per inefficienza o negligenza dell’ospedale di Tropea”, però “non posso accettare che mio padre non sia stato tenuto in osservazione quella notte e sia stato mandato a casa con leggerezza e superficialità sconcertante. Dalle 21 alle 24 doveva stare in ospedale”, invece “non è stato rispettato un protocollo per cui se hai una sintomatologia devi essere monitorato e tenuto sotto controllo”. “Se fosse rimasto lì probabilmente si sarebbe salvato. O forse no, ma non lo sapremo mai”.

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