Alla base della nuova mobilitazione il mancato recepimento delle istanze relative alla riforma della magistratura onoraria

I Giudici di pace tornano a incrociare le braccia.  Proclamato una nuova mobilitazione nazionale della durata di circa un mese, dal 9 aprile al 6 maggio. La comunicazione è arrivata con una lettera del 17 marzo indirizzata, tra gli altri, al Presidente del Consiglio e al Ministro della Giustizia.

I motivi della protesta sono gli stessi che avevano già determinato la mobilitazione di inizio anno, ovvero la riforma della magistratura onoraria. Il Governo – sottolinea la missiva dell’Unagipa – non ha manifestato segnale alcuno di sensibilità nei confronti delle istanze della categoria”. L’esecutivo, denuncia l’Associazione,  “sta procedendo speditamente all’attuazione della contestata riforma mediante bandi di concorso per la nomina di nuovi giudici di pace e l’avvio dell’ufficio del processo”.

Per i Giudici di pace la contestata riforma “si è imposta nella sua unilateralità e arroganza”; il tutto senza che venissero soppesate le conseguenze sul piano economico e personale di 5000 famiglie e organizzativo di centinaia di uffici giudiziari.

Nella lettera si sottolineano, ancora un volta, le violazioni del diritto comunitario da parte dell’Italia.

In particolare, in relazione al mancato riconoscimento di un periodo di ferie annuali retribuito; al mancato riconoscimento del congedo di maternità; all’assenza di limiti alla reiterazione dei contratti a termine; alla disparità di trattamento rispetto ai magistrati professionali.

In base alla giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia Europea, ricordano i giudici di pace, “la caratteristica essenziale del rapporto di lavoro è la circostanza che una persona fornisca, per un certo periodo di tempo, a favore di un’altra e sotto la direzione di quest’ultima, prestazioni in contropartita delle quali riceva una retribuzione”.

Lo sciopero prevede l’astensione dalle udienze e interesserà tutta la magistratura onoraria; durante tutto il periodo di sciopero, sarà garantita soltanto una udienza a settimana, oltre agli atti indifferibili ed urgenti. Tutte le altre attività giudiziarie ed amministrative, invece, saranno sospese.

 

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