Avviati due Piani di intervento per valutare presenza ed effetti delle sostanze perfluoroalchiliche su persone e alimenti

La Giunta Regionale del Veneto ha avviato, su proposta dell’Assessore alla Sanità, una vasta azione per verificare la presenza e gli eventuali effetti su persone e alimenti dei “Pfas” (Sostanze Perfluoro Alchiliche). Due i Piani di intervento previsti. Si tratta del “Piano di Sorveglianza sulla Popolazione Esposta alle sostanze Perfluoroalchiliche” e del “Piano di campionamento per il monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcuni ambiti della Regione del Veneto”.

“Tralasciando gli aspetti giuridici della vicenda, nella quale la Regione è evidentemente vittima, così come i cittadini coinvolti – ha affermato l’Assessore Coletto – si tratta ora di monitorare la ‘salute’ delle persone e dei prodotti agricoli. Anche su questo aspetto, nel tempo si sono succedute le ricette più svariate. Noi abbiamo scelto la strada del rigore scientifico, lavorando fianco a fianco con l’Istituto Superiore di Sanità. Le prime lettere di convocazione per entrare nello screening, che è su base rigorosamente volontaria, sono già partite e riguardano i ragazzi di 14 anni. Tutte le prestazioni saranno esenti da ticket, così come le eventuali cure che dovessero emergere come necessarie».

Il Piano di Sorveglianza sulla Popolazione Esposta alle sostanze Perfluoroalchili che interesserà circa 85 mila persone di età compresa tra i 14 e i 65 anni e si basa sulla considerazione che la popolazione esposta ai Pfas possa presentare un maggior rischio di incorrere in malattie croniche, solitamente e principalmente determinate da quattro fattori di rischio: fumo, alcool, sedentarietà e sovrappeso. Ma tale popolazione ha avuto anche un’esposizione ad un quinto fattore di rischio, rappresentato dai Pfas, che secondo gli studi di letteratura può essere associato a modifiche del metabolismo glicidico e lipidico e pertanto predisporre a condizioni di rischio per le malattie croniche.

La chiamata è strutturata come uno screening oncologico, convocando i singoli cittadini, con periodicità biennale. Gli individui con stili di vita non salutari verranno informati dei rischi per la salute e sostenuti nella modifica dei comportamenti. Quelli con concentrazioni sieriche di Pfas superiori all’intervallo di normalità e/o alterazioni degli esami bioumorali o dei valori pressori, verranno presi in carico dal proprio medico di famiglia ed inseriti in un percorso assistenziale di II° livello per la diagnosi tempestiva di eventuali patologie correlate all’esposizione a Pfas.

E’ stato inoltre approvato il Piano di campionamento per il monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchilichein alcuni ambiti della Regione del Veneto. Obiettivo del piano è stimare il livello di contaminazione da Pfas nelle principali produzioni agro-zootecniche dell’area a rischio ed individuare i livelli di sicurezza di tali contaminanti negli alimenti. I risultati ottenuti dovranno essere correlati ai dati sui consumi alimentari della popolazione della zona a rischio, al fine di stimare l’esposizione per via alimentare (ivi compresa la fonte idrica).

“Siamo sul pezzo sin da quando emerse il problema – ha affermato il Presidente della Regione Luca Zaia – e ci preoccupammo prima di tutto di mettere in sicurezza gli acquedotti, operazione portata a termine in pochissimi giorni. Ora si va più a fondo, a verificare se e quanto male hanno fatto queste sostanze all’ambiente complessivo e alle persone e quali cure e attenzione sono necessarie. Continueremo la più stretta collaborazione con le Procure. Mettendo a disposizione della magistratura gli esiti dei monitoraggi nell’ottica di accertare le responsabilità e i danni provocati”.

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