Le novità legislative al centro di un convegno organizzato dalla Cao

Dal 2012 al 2016 sono stati 1.200 i procedimenti disciplinari, nei confronti di medici e odontoiatri esitati in sanzioni. Si tratta tuttavia di un dato parziale, che riguarda solamente il 60% dei 106 Ordini provinciali. “Purtroppo infatti, afferma il presidente della Commissione Albo odontoiatri della Fnomceo, Giuseppe Renzo, all’Adnkronos – pur avendo richiesto agli Ordini di fornire tutti questi dati più volte, non tutti hanno risposto”.

Sono molti i problemi in merito ai procedimenti disciplinari in ambito medico, a partire proprio da un dato esatto e complessivo. L’Ordine può intervenire, a garanzia della salute pubblica, ogni qualvolta un iscritto ponga in essere comportamenti scorretti e potenzialmente lesivi, ma circa il funzionamento e l’efficacia del sistema sanzionatorio ci sono molti dubbi. E così accade che medici  odontoiatri radiati dall’Albo continuino ad esercitare, senza che ci si possa fare nulla; oppure che professionisti vengano giudicati diversamente per aver commesso lo stesso illecito, solo perché iscritti all’Ordine in province diverse.

Spesso poi gli Ordini vengono  lasciati all’oscuro di procedure giudiziarie nei confronti di un loro iscritto, salvo venirne a conoscenza dalla stampa; la magistratura, infatti, non ha obbligo di segnalare i procedimenti quando questi sono ancora in corso e se l’Ordine interviene, ma a conclusione dell’indagine c’è una mancata sanzione, rischia di incappare in un ricorso e una richiesta di danni. “Ma l’aspetto peggiore – evidenzia Renzo – è il fatto che un collega espulso per fatti gravi, dopo solo 5 anni possa richiedere nuovamente l’iscrizione all’Ordine”. Per il presidente della Cao “è ormai tempo di intervenire e modificare le regole, a partire dall’aspetto dell’incomunicabilità fra i vari livelli istituzionali”.

Su tali aspetti la Cao ha organizzato per il 23 e 24 settembre a Verona, presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio, il Seminario nazionale “Facciamo Giurisprudenza insieme”, che vedrà la partecipazione di giuristi, medici legali, rappresentanti del Ministero della Salute e delle istituzioni. L’incontro sarà incentrato sulle novità, a livello legislativo, che stanno per rivoluzionare il meccanismo del procedimento disciplinare con l’intento di renderlo sempre più aderente ai principi di terzietà e a quelli del “giusto processo”. Si tratta nello specifico del DDL di Riforma degli ordini delle Professioni sanitarie, all’esame del Parlamento, e il pronunciamento – atteso a breve – della Corte Costituzionale sulla corretta composizione della Commissione Centrale Esercenti le Professioni sanitarie, l’Organo di giurisdizione speciale competente per i ricorsi in secondo grado contro i provvedimenti disciplinari irrogati dagli Ordini.

“In particolare – spiega  Alessandro Zovi, componente della Cao nazionale – l’attesa della sentenza della Corte Costituzionale sta, nei fatti, tenendo in stand by  l’attività della CCEPS, che è bloccata ormai da un anno e mezzo. Con effetti paradossali: poiché il ricorso alla CCEPS ha come effetto la sospensione dell’esecutività della sanzione, molti medici e odontoiatri, pur radiati o sospesi dall’Albo, continuano regolarmente a esercitare”.

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