Nel nostro paese gli sprechi sanitari, la corruzione e le inefficienze dilagano, e l’Italia risulta al primo posto nella fornitura di servizi inutili

È una fotografia impietosa quella del rapporto “Healthcare Fraud, Corruption and Waste in Europe” sugli sprechi sanitari in Europa, e dal quadro generale risulta che il nostro Paese ha bruciato almeno 6 miliardi di euro tra frodi e abusi. Dal confronto con gli altri Paesi europei, però, la corruzione e gli sprechi sanitari sembrano dilagare in quasi tutto il continente.
I tipi di frode più diffusi sono soprattutto la non conformità alle regole di fatturazione e, più in particolare, la fatturazione di servizi sanitari male o mai erogati. A fare il punto sulla situazione del sistema sanitario europeo, oggi, per la prima volta in Italia, 50 delegati di 14 Paesi Ue si sono riuniti in un summit internazionale organizzato da Ehfcn (European Healthcare Fraud & Cirruption Network) a Roma.
I rapporti nazionali di Italia, Belgio, Francia, Regno Unito, Polonia, Portogallo, Paesi Bassi, Lituania e Slovenia hanno evidenziato che gli sprechi sanitari sono, purtroppo, un male che affligge tutti, con in testa alle frodi più diffuse quella sul ricarico per le cure eccessivamente costose. In Inghilterra sono stati registrati 4.819 episodi di frodi a danno del sistema sanitario nel biennio 2014-2015. Nel Belgio, invece, l’autorità di ispezione sanitaria governativa ha individuato 1.225.585 infrazioni nel 2015. In Francia l’attività anticorruzione di Stato dell’Assurance Maladie ha recuperato 220 milioni di euro nel 2016 e nell’anno precedente circa 231,5 milioni.
“I dati pubblicati dai Paesi sono difficili da confrontare a causa dei differenti metodi di valutazione vigenti – ha dichiarato il presidente di Ehfcn, Renè Jansen – Per uniformare i criteri di analisi e controllo della corruzione a livello europeo, Ehfcn ha messo a punto la ‘matrice di tipologia degli sprechi’, un importante strumento di analisi per la segnalazione della frode sanitaria, che consente standard uniformi e di cui auspichiamo la diffusione nei Paesi del Network europeo”.
Nel nostro paese, in particolare, si verifica spesso il ricarico per servizi non erogati, specie nel privato, attraverso con la falsificazione dei documenti. Tra i principali sprechi sanitari, in Italia, “spicca” la fornitura di servizi inutili: relativamente alti sono i parti cesarei in alcune regioni italiane, dove i dati parlano di un 50% delle nascite contro la media Oms del 15%.
Secondo Francesco Macchia, presidente di Ispe Sanità, la corruzione in ambito sanitario nel nostro paese ha raggiunto ormai una dimensione strutturale. “Tra sprechi, inefficienze e corruzione – ha dichiarato – i sistemi sanitari perdono un quinto delle risorse”. Ma perché in Italia gli sprechi sanitari sono così diffusi? Secondo Macchia, avviene “per la differente natura dei servizi, finanziati in prevalenza dalla fiscalità generale nel Sud Europa e su base assicurativa al Nord, per cui in molti Paesi nordeuropei sono sotto osservazione le irregolarità contabili, mentre al Sud prevalgono corruzione e favoreggiamento. Servono strategie generali per difendere il sistema sanitario europeo che rappresenta il 9% del Pil dei Paesi europei“.
Tra gli elementi critici comuni ai Paesi riuniti da Ehfcn nella lotta alla corruzione e agli sprechi sanitari, emerge soprattutto l’assenza di una cultura antifrode e anticorruzione efficace, oltre che da una generale incertezza per quanto concerne le normative e una mancanza di finanziamenti strutturali molto diffusa. L’unica via per risolvere o quantomeno ridurre gli sprechi sanitari, sembra quindi quella di sviluppare una più ampia collaborazione internazionale attraverso lo scambio di best practice e l’attuazione di piani nazionali anticorruzione.
 
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