Confermata dalla Cassazione, la condanna nei confronti di una donna che deteneva 25 gatti e un cavallo in condizioni ambientali tali da provocarne una situazione di disagio psicologico

La detenzione di animali con modalità tali da arrecare loro gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura, anche a livello psicologico, integra il reato di ‘abbandono di animali’, secondo quanto previsto dall’articolo 727 del codice penale. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10009/2017, nel confermare la condanna di una donna, accusata di aver mantenuto all’interno di un locale chiuso 25 gatti selvatici e un cavallo che, a causa delle pessime condizioni igieniche, erano stati sottoposti a rilevanti sofferenze psico-fisiche.
La donna aveva respinto le accuse sostenendo che gli animali non presentavano alcuna malattia fisica. Ma gli Ermellini, hanno precisato che, la norma contenuta nell’articolo 727 c.p., nel fare riferimento alle sofferenze provate, non contempla esclusivamente una lesione all’integrità fisica, ma comprende anche  i patimenti inflitti al di fuori dei comportamenti necessari alle esigenze della custodia e dell’allevamento, avuto riguardo, per le specie più note (quali, ad esempio, gli animali domestici), al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre, alle acquisizioni delle scienze naturali.
Secondo i Giudici di Piazza Cavour, la donna non aveva assicurato agli animali i necessari interventi di pulizia, diretti a impedire che dalla fermentazione delle deiezioni e, comunque, dalle emissioni organiche, potessero derivare, come invece accertato, affezioni delle vie respiratorie o irritazioni alle mucose. Peraltro come constatato dagli ispettori della Asl, le condizioni ambientali avevano determinato, in particolare nei gatti, un forte disagio che li rendeva particolarmente reattivi e fobici. Il reato di abbandono, inoltre, poteva essere constatato anche nei confronti del cavallo, in quanto l’animale era affetto da grave zoppia e non gli era stato somministrato il necessario antidolorifico, determinando a suo carico  una pacifica condizione di forte sofferenza fisica.
 

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