Nascite al minimo storico e 653mila deceduti (soprattutto nella fascia 75-95 anni). I dai del rapporto Istat sugli indicatori demografici

Nel 2015 in Italia si è registrato il tasso di mortalità più alto dal dopoguerra e il nuovo minimo storico del tasso di natalità. Sono questi i dati più allarmanti fotografati dal rapporto Istat sugli indicatori demografici: al 1° gennaio 2016, la popolazione italiana è di 60 milioni 656 mila residenti (sono 139mila le unità in meno rispetto allo scorso anno). L’8,3% della popolazione è rappresentato da stranieri (5 milioni 54 mila), mentre la popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni ( in calo di 179mila unità).

653mila le morti nel 2015 (+54 mila). Cresce il numero delle morti registrate ne 2015; il tasso di mortalità è pari al 10,7 per mille e l’aumento di mortalità è concentrato soprattutto nelle classi di età molto anziane (75-95 anni). Si tratta di un picco che in parte si spiega con effetti strutturali (connessi all`invecchiamento e anche, in parte, al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014).

488mila nascite nel 2015 (-15 mila). Nuovo minimo storico, invece, hanno toccato le nascite: lo scorso anno è stato il quinto consecutivo in cui si è registrata una riduzione della fecondità. Ora la stima è di 1,35 figli per donna, con una età media delle madri al parto che sale a 31,6 anni.

L’età media della popolazione. Il saldo attuale è di 13,4 milioni di ultrassessantacinquenni (il 22% del totale). In calo, sia la popolazione in età attiva di 15-64 anni (39 milioni, il 64,3% del totale) sia quella fino a 14 anni di età (8,3 milioni, il 13,7%). Contemporaneamente, è diminuita anche la speranza di vita alla nascita: per gli uomini si attesta a 80,1 anni (era 80,3 nel 2014); per le donne a 84,7 anni (in calo rispetto agli 85 del 2014). L’età media della popolazione aumenta di due decimi e arriva a 44,6 anni.

Per approfondire: 
i dati del Rapporto Istat

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