Dall’effettuazione della diagnosi alla messa in atto di terapie generali e locali corrette, spetta al medico di medicina generale la gestione dell’ingresso del paziente in una rete territoriale integrata di assistenza

Un problema sottostimato che richiede un grosso impegno in termini di formazione e di organizzazione sul territorio. soprattutto in proiezione futura: la gestione del paziente affetto da ulcere cutanee è il tema al centro di un corso che la Commissione Ulcere Cutanee dell’Omceo di Roma sta organizzando nelle province della Regione Lazio.
Viterbo è stata protagonista, lo scorso 21 gennaio,  dell’incontro più recente, che ha visto una nutrita partecipazione di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, ovvero i primi soggetti a interfacciarsi con i pazienti affetti da ‘ferite difficili’, una fattispecie che comprende non solamente le ulcere cutanee croniche, diabetiche e/o vascolari, ma anche ferite post-traumatiche, post-chirurgiche e da decubito, oltre alle gravi ferite acute che possono insorgere in seguito a eventi bellici, aggressioni, incidenti stradali e incidenti  sul lavoro.
E’ proprio il medico di base, secondo Maurizio Palombi, coordinatore della Commissione Ulcere Cutanee dell’Omceo di Roma, a dover assumere il ruolo di regista di una rete territoriale integrata di assistenza che preveda la circolazione facilitata dei pazienti dagli studi medici agli ambulatori medici e infermieristici territoriali, ai centri di assistenza domiciliari e agli ambulatori specialistici.
“Attualmente  – spiega Palombi – quello delle ferite gravi è un ambito in cui si valorizza poco l’assistenza sul territorio. Sarebbe necessario ottimizzare quanto già esiste nel circuito casa-territorio per arrivare in Ospedale solo nei casi più gravi. Solo una corretta informazione-formazione di medici di base e specialisti, di infermieri, podologi, farmacisti, ci può consentire di fare un salto di qualità e, cosa non trascurabile, di risparmiare risorse umane ed economiche”.
Le strutture esistono, ma vanno ottimizzate facendo crescere il personale che vi opera attraverso una formazione continua ad hoc; i medici di base devono essere integrati in queste reti assistenziali gestendovi l’ingresso dei pazienti. Del resto gli stessi medici presenti all’incontro hanno sottolineato, quale criticità, proprio il fatto di non sapere a chi rivolgersi quando non sono in grado di curare direttamente i pazienti, con la conseguenza di indirizzarli direttamente verso  gli Ambulatori di Angiologia e/o di Chirurgia Vascolare, nonché verso i Pronto Soccorso degli Ospedali laddove il tempo di attesa per un accesso ambulatoriale superi i 20- 30 giorni.
All’appuntamento di Viterbo ha partecipato anche il Dott. Alessandro Apollonio, già Primario Angiologo dell’Ospedale di Viterbo, che ha sottolineato il ruolo insostituibile del medico nella valutazione del paziente, nell’effettuazione della diagnosi e nella messa in atto di terapie generali e locali corrette. Le giuste terapie mediche per curare le cause delle ulcere e le giuste medicazioni tecnologicamente avanzate, oltre a una terapia antibiotica mirata su esami colturali e antidolorifica a step successivi, rappresentano – per Apollonio  – i cardini medici  del trattamento delle ulcere cutanee  e della prevenzione delle recidive.
Tra i relatori anche il Dott. Giorgio Guarnera, già Presidente Nazionale e Cofondatore di AIUC (Associazione Italiana Ulcere Cutanee) che ha invece evidenziato il ruolo della chirurgia nel trattamento delle ulcere, dall’intervento locale (debridement dell’ulcera), alla chirurgia specifica volta ad eliminare le cause delle ulcere, alla chirurgia plastica (innesti e lembi cutanei) fino a quella rigenerativa (gel piatrinico, cellule staminali).

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