L’insegnamento, previsto in tutti i corsi di laurea in medicina, rappresenta il primo passo verso la medicina personalizzata

I 59 presidenti dei corsi di laurea in Medicina hanno deciso che da quest’anno accademico tutti questi corsi di laurea avranno nell’ambito delle loro discipline, da endocrinologia a medicina interna, l’insegnamento della medicina di genere, che è la prima tappa per la medicina personalizzata. Lo ha annunciato il presidente della Associazione Conferenza dei corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Andrea Lenzi, nell’ambito del Convegno ‘Chi l’ha detto che donne e uomini sono uguali?’, promosso da Farmindustria e svoltosi ieri alla vigilia della Festa della donna.
Lenzi ha chiarito che la medicina per gli uomini e per le donne non sono due medicine differenti, ma la terapia e la diagnostica vanno declinate in funzione del sesso. Curare una donna in modo appropriato non vuol dire, infatti,  declinare ‘al femminile’ una terapia tarata e sperimentata ‘al maschile’, magari semplicemente riducendo le quantità di un farmaco.
“E’ singolare pensare che nel 2017 ci sia ancora qualcuno che non riconosce la diversità uomo-donna per la medicina – -ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin -.  Spesso viene detto che una medicina di genere ha dei costi troppo elevati, ma in realtà tutta la medicina moderna tende all’approccio della personalizzazione, e il primo passo è dunque proprio il riconoscimento delle differenze”.
Lorenzin ha annunciato che l’Italia porterà il tema della salute della donna al prossimo G7 dei ministri della Salute in programma a Milano il prossimo novembre. Molto però, ha detto, “è stato fatto anche nei nuovi livelli di assistenza: dai nuovi screening gratuiti in gravidanza al riconoscimento di patologie come l’endometriosi, che solo in Italia colpisce 300 mila donne”. Il punto, ha tuttavia avvertito, è che “se oggi le donne vivono di più, è anche vero che vivono tali anni male. Bisogna quindi lavorare di più sulla prevenzione”.
L’ingresso della medicina di genere non riguarderà solamente i corsi di laurea in medicina; la novità riguarderà anche i corsi di laurea in Farmacia e i corsi di educazione medica continua Ecm per i medici. Inoltre, con la legge delega sulle professioni sanitarie all’esame alla Camera, la medicina di genere entra per la prima volta anche nel Diritto italiano. L’obiettivo, ha spiegato la presidente della commissione Sanità del Senato Emilia Grazie De Biasi, è quello di “arrivare a un protocollo d’intesa con i ministeri dell’Università e della Salute, oltre che con le Regioni, per attuare un Piano per la promozione della medicina di genere che possa essere però puntualmente monitorato”.

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