In appello non è stato deciso nessuno sconto per il cardiologo implicato nei casi di alcune anziane pazienti molestate durante le visite

È stata interamente confermata dalla Corte d’appello di Trento la condanna a tre anni di reclusione a carico di Carlo Cirrincione, il cardiologo condannato per il caso di alcune anziane pazienti molestate durante le visite.
Il cardiologo roveretano era accusato di violenza sessuale continuata, aggravata dall’abuso di autorità nei confronti di alcune sue anziane pazienti molestate.
I giudici hanno respinto la richiesta della difesa, affidata all’avvocato Vanni Ceola, di azzerare e rifare la perizia psichiatrica redatta dal dottor Eraldo Mancioppi su richiesta del giudice.
Con la perizia, era stata valutata l’attendibilità dei racconti delle vittime, alcune delle quali molto anziane e con problemi psichiatrici.
È stato anche respinto il ricorso della Procura, che aveva impugnato due dei quattro casi per i quali secondo i giudici di primo grado non c’era prova di violenza.

Il cardiologo era finito nei guai dopo 9 denunce presentate da alcune sue anziane pazienti avute in cura tra il 2012 e il giugno del 2013 nella casa di riposo di Riva e presso la Fondazione Comunità di Arco.

Secondo l’accusa, le anziane pazienti molestate avrebbero subito pesanti palpeggiamenti da parte del medico.
I colleghi del cardiologo hanno da subito sottolineato la sua professionalità, ma i racconti delle donne hanno mostrato un quadro ben diverso.
L’indagine era partita da una confidenza fatta al comandante della stazione di Riva da parte di un operatore sanitario in servizio proprio presso la struttura stessa.
Questi aveva ascoltato il racconto di un’anziana che aveva parlato di palpeggiamenti nel corso di una visita. Da qui era iniziato il lavoro degli inquirenti, portato avanti anche con l’ausilio delle telecamere.
Ed è stato proprio grazie alle immagini che hanno confermato le molestie che si è giunti alla conferma della condanna. Per la difesa, però, le stesse immagini sarebbero la prova che il medico ha sempre agito con correttezza.
In primo grado, giusto un anno fa, era arrivata la condanna a 3 anni di reclusione. Nella giornata di ieri, però, la sentenza è stata confermata.
Una volta depositate le motivazioni della stessa, si attende – prevedibilmente – il ricorso in Cassazione da parte del medico.
 
 
 
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