Secondo quanto emerso dalle prime indagini, la donna incinta morta alla 35esima settimana di gravidanza assieme alla bimba che portava in grembo sarebbe stata rimandata a casa con un’infezione in corso

Nuovi sviluppi sul caso della donna incinta morta assieme alla bimba che portava in grembo il 18 giugno ad Alessandria. La 41enne, alla 35esima settimana di gravidanza, era arrivata in ospedale nel corso della notte con febbre a 38 gradi. Nelle ore precedenti aveva accusato  spossatezza e forti dolori lombari.

La paziente era stata visitata e tenuto sotto osservazione. La mattina successiva, dopo una serie di esami e controlli era stata dimessa, nonostante la febbre non fosse scesa. Tornata a casa, tuttavia, le sue condizioni erano peggiorate, tanto che a mezzogiorno era stata nuovamente accompagnata in Pronto Soccorso. Da quel momento i suoi familiari non l’avevano più vista. Alle 16 i parenti avevano ricevuto comunicazione della morte della bimba; poi, alle 18,30 circa, è sopraggiunto il decesso anche della madre.

Una doppia tragedia per la quale la Procura di Alessandria ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, i nomi di sette medici.

Secondo quanto riferisce la Stampa, dalle prime indagini sarebbe emerso che al momento delle dimissioni, quella mattina, la paziente avrebbe avuto un’infezione in atto. Nella notte le sarebbero stati effettuati degli esami, ma alcuni degli esiti, per i necessari tempi tecnici, sarebbero stati inseriti nella cartella clinica telematica pochi minuti prima che la donna venisse mandata a casa, senza essere letti.

Quando l’insegnante è tornata in ospedale dopo poche ore la situazione era già molto compromessa. Nonostante un cesareo urgente e la successiva asportazione dell’utero, mamma e figlia non sono sopravvissute.

Si attendono ora i risultati della perizia disposta dalla magistratura, fondata sull’esame autoptico e sulla valutazione della documentazione clinica. Bisognerà attendere 60 giorni. Dalla consulenza medico legale si attendono risposte circa la sussistenza di responsabilità mediche per quanto accaduto. In particolare,  gli esperti sono chiamati a verificare l’esistenza di un nesso causale tra la mancata somministrazione di una adeguata terapia antibiotica e il decesso della 41enne.

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