Il giovane si è scagliato contro il sanitario ‘colpevole’ di aver impiegato troppo tempo ad aprire la porta per soccorrere un parente che aveva bisogno di essere visitato
Si sono notevolmente moltiplicate negli ultimi mesi le segnalazioni di aggressioni, non solo verbali ma anche fisiche, da parte di pazienti o parenti di pazienti ai danni di medici e infermieri. Teatro di tali violenze sono nella maggior parte dei casi i Pronto Soccorso, dove l’intolleranza per le lunghe attese, o la sensazione che il proprio caso sia stato sottovalutato, portano spesso a surriscaldare gli animi di chi si trova nelle sale d’aspetto.
Ultimamente però c’è chi perde troppo spesso il controllo e finisce con lo scagliarsi contro il personale sanitario andando oltre le lamentele verbali e arrivando all’uso delle mani. L’ultimo caso in ordine di tempo si è verificato nel fine settimana appena trascorso a Cirò Marina, in provincia di Crotone, dove un trentenne si è presentato nel cuore della notte presso l’ambulatorio della guardia medica per accompagnare un congiunto che aveva bisogno di essere visitato.
Dal momento che il medico era fuori sede per una visita domiciliare urgente, il ragazzo, palesemente agitato, si è recato presso il vicino locale assegnato al personale del 118 e ha cominciato a bussare violentemente. Il malcapitato che lo ha accolto si sarebbe visto rifilare immediatamente un pugno in faccia, reo di aver impiegato troppo tempo ad aprire la porta. Ne è scaturita una colluttazione sedata dall’intervento degli infermieri, che hanno bloccato l’aggressore e chiamato le forze dell’ordine. Il giovane, a seguito dell’intervento dei carabinieri, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.
Il medico, nonostante lo scontro, ha proceduto a visitare il familiare del ragazzo, che poi è stato trasferito all’Ospedale di Crotone per ulteriori accertamenti. Lo stesso dottore si è successivamente recato presso il nosocomio per essere visitato. La diagnosi parla di trauma al volto e alla mandibola.
