Aggressività sociale e altre emergenze di tipo intergenerazionale hanno una radice causale comune: un’assente, carente, inadeguata educazione e formazione della persona fin dall’infanzia
Ieri l’altro era la dipendenza dall’alcool, dalla droga, dal gioco compulsivo, da internet, dalla sessualità, ieri era il bullismo e il cyberbullismo, oggi la Blue Whale e domani forse qualche virgulto malefico, nato mentre tutti cercavamo di arginare ad uno ad uno i disagi dai mille nomi che la nostra “civiltà” ha prodotto nel suo seno fino a trasformare la nostra vita quotidiana di relazione in una serie di prescrizioni e di costrizioni esterne che non imprigionano il disagio e aumentano il senso di impotenza nella gestione autonoma di pericoli che sovrastano la vita di ognuno di noi nella diversa veste di vittima e carnefice.
I progetti si moltiplicano, le leggi anche, la giustizia non è neppure attrezzata a gestire i nuovi reati proliferanti nella rete e sui social, la politica e le istituzioni si affannano alla ricerca di soluzioni definitive, pensando di inquadrare in schemi concettuali rigidi la fantasia e creatività di un’umanità, sempre più incapace di crescere, di adattarsi e di maturare una consapevole gestione decisionale di fronte ai pericoli e ai rischi della vita reale e virtuale.
Non esistono leggi, costrizioni, prescrizioni in grado di arginare un disagio di civiltà divenuto emergenza a tutto tondo. Esiste la possibilità di ridotare fin dai banchi di scuola la persona della capacità di selezionare le risposte più adeguate rispetto agli stimoli esterni in piena autonomia e consapevolezza di ciò che è bene e male, avendo una percezione del rischio, adattabile a se stessi e agli altri, così come la percezione del proprio e dell’altrui valore, della propria e dell’altrui dignità.
I fenomeni di bullismo e cyberbullismo non si sconfiggono con poliziotti che consigliano da qualche cattedra come aggirare i pericoli, essendo i pericoli camaleontiche rappresentazioni in continua trasformazione, non circoscrivibili e inquadrabili in schemi rigidi e predefiniti. Se è vero che la rete, internet ed i social media nascondono insidie è anche pur vero che forniscono parimenti informazioni utili all’aggiramento delle insidie medesime.
Quindi, se fossero sufficienti a evitare i pericoli, i buoni consigli e le raccomandazioni di qualche fonte esterna, probabilmente non ci sarebbe neppure bisogno dei poliziotti e/o dei molteplici tentativi fallimentari di aggirare tali ostacoli attraverso vere e proprie proliferazioni di pseudo rimedi di “insostenibile leggerezza”.
Soltanto la risuscitata elaborazione critica del pensiero e l’adesione volontaria ai principi e ai valori, introiettati e rielaborati dalla coscienza di ognuno, può generare un cambiamento stabile attraverso la gestione autonoma dei pericoli e delle insidie del mondo reale e virtuale. Sarà più raro osservare reazioni estreme nel doppio ruolo di vittima e carnefice in quanto alla base dei rapporti con se stessi e con gli altri vi sarà il cambiamento. Il cambiamento si genera nel diverso approccio passando da un’esternalità di approccio del contrasto ai pericoli e alle insidie reali e virtuali di tipo teorico e prescrittivo a un’interiorizzazione individuale di un bagaglio socio-culturale-educativo, emotivo, affettivo, relazionale che produce una formazione integrale e integrata della persona fin dai banchi di scuola, alla quale partecipano genitori, insegnanti, educatori, personale della scuola con una sinergia che diventa il vero baluardo contro qualsiasi pericolo reale e virtuale.
Tutto questo è possibile cambiando la prospettiva di osservazione e di intervento e passando dalla compulsiva rincorsa per il contenimento di ogni problema generato dall’uomo alla cura e alla formazione integrale e integrata dell’uomo fin dall’infanzia.
La prevenzione è possibile soltanto con l’adesione volontaria originaria del bambino/ragazzo/adolescente ad alcuni principi e valori introiettati nell’età evolutiva che condurranno a comportamenti adattivi, allo sviluppo delle proprie potenzialità, al rispetto delle differenze, a una emozionalità, affettività, sessualità, maturate nella reciprocità dei vissuti relazionali, frutto di un equilibrato percorso evolutivo e formativo.
E’ una prospettiva diversa: si passa dalla trattazione e intervento sulle variabili dipendenti rappresentate da una costellazione di emergenze ingestibili per complessità ed espansione, spesso frutto di un agire inconsapevole e per questo dannoso per la persona, alla variabile indipendente che è la persona nel suo agire che può divenire consapevole ed autonomamente artefice del proprio destino, soltanto coltivando e promuovendo una maturità personale in grado di gestire autonomamente pericoli e opportunità.
Sicuramente nella rappresentazione degli “umani vizi” e delle “umane virtù” e dei cambiamenti epocali di tipo antropologico e socio-politico-culturale, presenti e futuri, non mancheranno problematiche che richiederanno ulteriori riflessioni nel divenire inarrestabile di scenari in cui la cancellazione degli ancoraggi sicuri di tipo identitario, tradizionale, culturale e valoriale ci ha reso naufraghi ad oltranza.
Tuttavia, l’approccio olistico proposto contribuisce ad una centripeta spinta delle potenzialità umane, ridotte via via sempre più a pure funzionalità del sistema, che in questo modo diventano un Leviatano di fronte alle sfide della vita reale e virtuale. Un rafforzamento stabile della persona contribuirebbe anche a spostare il piano di osservazione delle esigenze umane: da un desiderio incontenibile di apparire e da un protagonismo patologico che hanno fagocitato l’essere nella sua propria essenza all'”Esserci” nel nostro mondo reale e virtuale.
Forse intercalare nella programmazione della didattica un po’ di quel sapere tradizionale nozionistico, soppiantato da tutto ciò che dovrebbe essere presente nell’attività didattica in modo complementare e integrativo come lo sport, la musica, il teatro, potrebbe senza dubbio giovare alla riscoperta di un’integrata dimensione umana fin dall’infanzia e non sottrarrebbe alle funzioni di docenza gli insegnanti per fare attività di sportello psicologico, come si è talvolta verificato in molte scuole fino ad oggi, o per fare i referenti del cyberbullismo, come predisposto oggi nella legge Ferrara.
Tale proposta mira alla formazione di un uomo capace di assumere consapevolmente impegni, responsabilità, iniziative > contrasto preventivo alle dipendenze di qualsiasi genere e tipologia; avere cura e rispetto dell’ambiente, di se stessi, degli altri e delle regole la relazione come valore unificante; sviluppare una consapevole etica della collaborazione e della solidarietà > contrasto al bullismo e cyberbullismo; cogliere le varie conoscenze in una visione unitaria dell’universo > senso di appartenenza e partecipazione alla vita collettiva nel ruolo di futuro cittadino della società di domani; acquisire la percezione di sé, la capacità di autovalutazione e crescita nel processo di autostima > l’orientamento scolastico: dalla valutazione all’auto-valutazione; percepire il sapere come realtà in continua evoluzione da vivere come ricerca e come formazione permanente > contrasto alla dispersione scolastica.
Per superare le quotidiane emergenze educative, formative, sociali , è necessario risalire alle cause identificabili nell’esigenza di un nuovo paradigma, quello sociologico e di un nuovo approccio, un approccio olistico che realizzi la FORMAZIONE INTEGRALE E INTEGRATA DELLA PERSONA che rappresenta l’unica vera soluzione globale, radicale e preventiva di qualsiasi tipologia, forma e grado di disagio/malessere/devianza. Nel contempo, rappresentando in itinere una modalità selettiva per incanalare le risorse energetiche e le potenzialità attitudinali dei soggetti in età evolutiva (bambini/ragazzi/adolescenti) in direzione del conseguimento del massimo grado del livello di eccellenza in termini di competenze didattiche e professionali, consapevolezza di se stessi e degli altri, autonomia e autostima, rispetto delle differenze di genere, etnia e religione. E’ deduttivamente comprensibile il ventaglio di opportunità, vantaggi e benefici che nelle ricadute positive di tale approccio se ne ricaverebbe concretizzando realisticamente, insieme alla spending review, anche il fronteggiamento e la soluzione radicale di una parte rilevante di emergenze educative, formative e sociali che hanno la loro radice proprio in una inadeguata e carente FORMAZIONE DI BASE DELLA PERSONA.
- NON SONO LE DENUNCE O LA RESTRIZIONE DELL’USO DELLA RETE
- UNA DOSE DI AFFETTIVITA’ Oppure LE INDICAZIONI ALL’USO DELLA SESSUALITA’, O AL RISPETTO DELL’ALTRO IMPARTITE IN LEZIONI senza la possibilità di una verifica dell’impatto e dell’interiorizzazione di tali indicazioni da parte dei ragazzi/adolescenti, come un insieme nozionistico di indicazioni da seguire discrezionalmente impartite dall’esterno ad opera di personale specializzato in ogni specifico settore di intervento
O comunque
- QUALSIASI INTERVENTO SANZIONATORIO E RESTRITTIVO IMPOSTO DALL’ESTERNO, non in grado di determinare un concreto cambiamento sostenibile in continuità, di elevare la qualità degli interventi e l’efficacia/efficienza nel raggiungimento degli obiettivi
- MA BENSI’ la PREVENTIVA FORMMAZIONE DI UNA PERSONA INTEGRALMENTE MATURA ED EVOLUTA, EDUCATA al pluralismo, visto come ascolto e accoglienza degli uomini, delle culture e degli avvenimenti, al piacere dell’apprendimento vissuto come ricerca e scoperta, al senso critico, inteso come libertà da condizionamenti interni ed esterni.
- CHE DIVIENE CONSAPEVOLE DI CIO’ CHE E’ BENE E DI CIO’ CHE E’ MALE TRAMITE UN’ADESIONE VOLONTARIA
- E QUINDI IN GRADO DI RISPONDERE AGLI STIMOLI ESTERNI IN MODO SELETTIVO ED APPROPRIATO.
COME: realizzando la FORMAZIONE INTEGRALE ED INTEGRATA DELLA PERSONA con una modalità interdisciplinare e una metodologia adeguata a tale scopo, prima delle molteplici derive comportamentali, relazionali ed inter-relazionali nei vissuti intra ed extra-familiari, intra ed extra-scolastici, sociali. Procedendo all’applicazione di tale metodo scientifico-disciplinare che utilizza una piattaforma strutturata e organica di procedure già sperimentate con risultati positivi a livello inter-regionale in alcune Scuole, non sarà più necessario procedere con un progetto specifico per ogni singolo “disagio”, con risultati sempre fallimentari , proprio a causa di un innaturale modo di procedere “frammentario” sulla “totalità” della natura umana.
PERCHE’: nell’intento di superare il quotidiano dilemma per fronteggiare le emergenze educative, formative, sociali che ormai dominano purtroppo la scena nei vissuti personali e relazionali di ognuno di noi, e transitando con minore o maggiore rilievo agli onori della cronaca, polarizzando ogni volta l’attenzione sulla necessità di intervento di ogni specifico problema, senza ricondurre i vari fenomeni osservati ad un fattore comune ed unitario identificabile proprio negli effetti negativi della perdita di senso della persona e quindi nella necessità di incidere preventivamente spostando l’attenzione su un approccio di fronteggiamento globale delle aree problematiche tramite la FORMAZIONE INTEGRALE E INTEGRATA DELLA PERSONA fin dai banchi di scuola.
Dott.ssa Mara Massai
Sociologa, Dottore di ricerca in Criminologia
Esperta in Tecniche Investigative in Criminologia e Vittimologia
Project Manager
Presidente di AS.SO.GRAF. (Associazione Culturale di Sociologia e Grafologia)
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