Il 18 maggio in programma un incontro presso il Ministero della Salute con il MIUR in cui sarà effettuata la prima analisi del fabbisogno di professionisti medici per i prossimi anni

“Salutiamo con soddisfazione la convocazione dell’incontro congiunto al Ministero della Salute con il MIUR, previsto per il prossimo 18 maggio”. Così il segretario nazionale della Fimmg in relazione all’appuntamento in cui verrà effettuata un prima analisi del fabbisogno di professionisti medici, sia specialisti che medici di medicina generale per i prossimi anni.
“Auspichiamo che si giunga in poco tempo, una volta stabilito il fabbisogno reale, ad adottare i provvedimenti conseguenti – continua Scotti -. Non possiamo però che rilanciare il grido d’allarme dei mesi scorsi: va aumentato da subito, e in modo consistente, il numero delle borse per il corso di formazione specifica in medicina generale”.
La necessità deriva da una grave situazione, che il sindacato analizza nel dettaglio in un dossier dal titolo “Prospettive demografiche della medicina generale”. Il documento evidenzia il rischio che nell’immediato ampie fasce di popolazione, di un numero progressivamente crescente di Regioni, possano essere private dell’assistenza offerta dal Medico di Medicina Generale.
Alla base di tale situazione vi sarebbero due fattori:  l’imminente pensionamento di un numero massivo di medici di Medicina Generale e il basso numero di medici che hanno conseguito il titolo richiesto dalle norme nazionali ed europee per accedere agli incarichi di Medicina Generale.
L’età media dei medici di Assistenza Primaria (MAP) attivi oggi è avanzata. Secondo l’Annuario Statistico del Ministero della Salute (rilevazione Anno 2013) ben 29.286 MAP, ovvero il 65% del totale dei medici attivi, aveva nel 2013 un anzianità di laurea superiore a 27 anni.
In tale cotesto la mancanza di un’adeguata programmazione del numero di Borse messe a concorso dalle Regioni per l’accesso al corso di formazione specifica in medicina generale, determinerà un ricambio generazionale che appare in prospettiva largamente insufficiente a coprire le carenze create dai pensionamenti per la scarsità di Medici aventi titolo all’accesso alla Medicina Generale.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato poi dal fatto che il numero di medici che in realtà acquisiscono il titolo è inferiore a quello delle borse stanziate poiché il corso è gravato da una percentuale del 20% di abbandoni durante la frequenza del triennio previsto, a favore dei Corsi di Specializzazione o per l’acquisizione di incarichi più redditizi.
Un fenomeno dovuto alla “paradossale discriminazione remunerativa che pone i medici in formazione in una grave condizione di disagio economico con una remunerazione pari a circa il 50% di quanto erogato per le scuole di specializzazione, interamente tassata, gravata da spese fisse quali l’assicurazione professionale obbligatoria, il versamento previdenziale, sostenuta da esigui strumenti di tutela della malattia e della maternità”.
In molte Regioni sono inoltre precluse ai medici in formazione altre attività professionali seppur compatibili: tali elementi non incentivano, né dal punto di vista economico né da quello professionale ma al contrario rendono ardua la scelta di completare il percorso formativo in presenza di altre opportunità professionali meglio incentivate.

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