La Fimmg, Federazione dei medici di medicina generale, è pronta a interrompere le trattative con le Regioni per il rinnovo della Convenzione se la Sisac non metterà sul tavolo una nuova proposta di testo.

Al termine di una due giorni di lavoro, infatti, la Segretaria Nazionale della federazione ha deciso di respingere “con forza” il testo presentato dalla SISAC come base di trattativa per il rinnovo della Convenzione “in quanto – si legge in una nota – non emendabile perché nel suo insieme non coerente con la normativa vigente, con l’Atto di indirizzo e opposto alle proposte” del sindacato.

Nello specifico, secondo la Fimmg, il testo base per la discussione “disegna un medico di medicina generale sostanzialmente subordinato, privato della propria autonomia organizzativa e professionale, ricattabile sotto il profilo disciplinare”.

Al centro della critica dei medici di base c’è la “necessaria e non più rinviabile quantificazione delle risorse economiche messe a disposizione per il rinnovo della Convenzione, anche a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco economico dei contratti”.

Il tema delle risorse assume una valenza particolare perché “senza investimenti pianificati per aumentare il numero di collaboratori e infermieri negli studi dei medici di famiglia, appare inimmaginabile che la Medicina Generale possa offrire in modo adeguato una risposta ai bisogni di salute emergenti nei territori, sia in tema di cronicità, che di domiciliarità”.

Inoltre, la Fimmg avanza il timore che il ruolo unico della Medicina Generale, nella versione ipotizzata dal testo base, non valorizzi “il contributo professionale dei medici di continuità assistenziale” che “rimane una mera enunciazione, priva strumenti contrattuali indispensabili per dare il via ai programmi di prevenzione e di medicina di iniziativa di cui i cittadini hanno bisogno”.

La Federazione lascia tuttavia uno spiraglio, da un lato “riconoscendo alla Sisac l’impegno per il miglioramento delle relazioni sindacali” e dall’altro non dichiarando immediatamente l’interruzione delle trattative, ma subordinandola all’eventuale mancanza di novità. La parola, adesso, spetta alla Sisac.

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