Nuovo appello dell’Associazione al Governo affinchè si aprano quanto prima le trattative per il rinnovo dei contratti

“Senza lo strumento contrattuale per governare il sistema e con retribuzioni disallineate rispetto alla gravosità e rischiosità del lavoro dei professionisti, la sanità pubblica si ridurrà ad oggetto di dotti interventi o di passerelle politiche nei numerosi convegni che le vengono dedicati, mentre il suo declino diventerà inarrestabile”. E’ il nuovo grido d’allarme lanciato dall’Anaao alla luce della recente relazione della Corte dei Conti sul costo del lavoro nella Pubblica Amministrazione.

Per l’Associazione dei Medici e Dirigenti del Ssn, la Corte ha ammesso che i pubblici dipendenti, e quindi anche i medici e i dirigenti sanitari, hanno fatto la loro parte negli anni della crisi per la tenuta dei conti pubblici, sottolineando come i tagli agli stipendi, ridotti di 11 miliardi dal 2010 ad oggi, cui vanno aggiunti anche gli oneri riflessi risparmiati, insieme alla cura dimagrante sugli organici del 7% circa (meno 7000 unità tra medici e dirigenti sanitari), hanno centrato l’obiettivo di riduzione dei costi “andando oltre ogni più rosea previsione”.

L’Anaao tuttavia evidenzia come l’operazione spending review sul pubblico impiego non sia stata priva di effetti collaterali: dall’aumento della età media, che vede i medici italiani al primo posto al mondo, all’incremento dei carichi di lavoro, che ha comportato anche la violazione delle direttive europee sull’orario, passando per l’impoverimento delle retribuzioni e il conseguente danno previdenziale, specie per i più giovani. “Abbiamo sacrificato alle leggi dell’economia molta forza lavoro – commenta il Segretario Nazionale Costantino Troise – e molto sul versante della quantità e qualità delle prestazioni sanitarie, con le gravi conseguenze per il servizio sanitario nazionale descritte dalle ultime indagini e l’immancabile corredo di lacrime di coccodrillo. E le prospettive non lasciano presagire nulla di buono, vista l’esiguità delle risorse contrattuali, quei 300 milioni che coprirebbero la sola indennità di vacanza contrattuale, per stessa ammissione del Presidente Squitieri, e l’assenza nel pubblico di risorse aggiuntive per finanziare il mitico secondo livello contrattuale”.

Se i numerosi appelli dei medici e dirigenti sanitari al Governo e alla politica sono passati inosservati, l’Associazione si augura che migliore sorte possano avere le richieste della Corte dei Conti, auspicando che le trattative vengano aperte in tempi brevi e che nella legge di stabilità per il 2017 vengano previsti ulteriori finanziamenti per il rinnovo di contratti bloccati da 7 anni.

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