Capita anche ai migliori di farsi sfuggire un elemento importante della valutazione di un danno: in questa vicenda i Giudici non hanno letto attentamente le note critiche che hanno convinto la parte attrice a ricorrere in appello.
Per una migliore conoscenza dei fatti si allegano sia le note critiche del ctp attoreo che la sentenza della Corte di Appello, ma in sintesi possiamo individuare i vulnus della sentenza.
Si vuole comunque precisare che trattasi di importante sentenza che riconosce il valore del danno morale che com’è noto non è ricompreso nel danno biologico anche se da esso spesso deriva. E questo sembra ben precisato nella sentenza e sembra anche adeguatamente personalizzato, anche se poteva essere apprezzato meglio, in termini valutativi, il danno alla cenestesi lavorativa della paziente e il lungo periodo di sofferenza/convalescenza a seguito dei numerosi interventi chirurgici. Nel complesso ci può stare visto cosa spesso succede quando si appellano le sentenze.
Quello che qui si vuole evidenziare è come la richiesta dei danni non valutati dal CTU del primo grado sia stata travisata e inglobata dai Giudici di Appello nella sola sopravvenuta obesità. Si è lamentata la mancata valutazione dei danni subiti al ginocchio e alla caviglia di sinistra che hanno concorso alla richiesta MINIMA del 28%, mentre i giudici hanno sorvolato su tali danni, come hanno sorvolato sulla metodologia valutativa medico legale del CTU il quale ha “sparato” un numero al lotto senza spiegare come ad esso sia pervenuto.
Insomma una disattenzione che è costata circa 30mila euro all’attrice e che mette ancora una volta in luce il buonismo dei Giudici nei confronti dei CTU: la speciale competenza di quest’ultimi va assolutamente controllata in quanto rappresenta il discrimine tra un giusto e un inadeguato risarcimento.
Insomma sarebbe preferibile una maggiore attenzione a ogni criticità del giudizio altrimenti non si riuscirà mai a raggiungere un traguardo che adesso sta diventando solo un sogno: l’integrale risarcimento!
Dr. Carmelo Galipò
(Pres. Accademia della Medicina Legale)
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