L’Ordine degli infermieri si rivolge ai mass media con una lettera aperta affinché la professione infermieristica non venga confusa sulla stampa

Una lettera aperta di Fnopi ammonisce i media riguardo alla confusione che spesso viene fatta dalla stampa tra infermieri e altri tipi di operatori.

Un errore piuttosto frequente, cui però gli Ordini degli Infermieri si oppongono con forza.

Il caso più recente è di pochi giorni fa. Si era infatti diffusa la notizia di maltrattamenti in una casa di riposo, ad Arezzo, da parte di sei infermieri, prontamente arrestati. Peccato che si trattasse non di infermieri ma di operatori sanitari.

Circostanza peraltro confermata dalle dichiarazioni del titolare della Coop che gestisce la struttura e dai Carabinieri.

Tuttavia, numerosi giornali e programmi Tv hanno parlato di “infermieri” in relazione all’episodio.

Per cui, sebbene la percezione mediatica della professione sia migliorata negli ultimi anni, Fnopi ammonisce i media per una tendenza – quella a confondere i ruoli – ancora troppo diffusa.

Alla lettera di oggi si ricollega quella già inviata nel 2015 con le medesime istanze.

Il termine “infermiere” è utilizzato a vario titolo per indicare operatori di altre professionalità che compiono atti e, spesso, illeciti o reati di varia natura.

“Indubbiamente – scrive Mangiacavalli – dopo la prima richiesta di collaborazione agli organi di stampa si è molto ridotto l’utilizzo improprio del termine “infermiere” che tra l’altro con la Legge n. 3/2018, che ha istituito l’Ordine professionale degli infermieri, ha visto inasprire le pene per chi abusivamente si attribuisce questo tipo di professionalità”.

Ma occorre più chiarezza e attenzione da parte dei giornalisti.

Proprio a tal fine, la Federazione fa sapere di aver messo in allerta i Collegi provinciali. Lo scopo è che vigilino sull’utilizzo della qualifica di infermiere da parte dei media.

Inoltre, ha inviato un modello ai Collegi a scopo “preventivo”, per la richiesta di rettifica a mezzo stampa secondo le regole dettate dalla legge.

Una reazione tuttavia che proprio con la lettera ai media si vorrebbe evitare.

“Noi infermieri – spiega Mangiacavalli – siamo professionisti laureati responsabili dell’assistenza infermieristica che esplichiamo attraverso valutazioni, interventi e certificazioni competenti e autonome in ambito assistenziale, curativo, riabilitativo, preventivo”.

“Abbiamo l’obbligo – ricorda la presidente Fnopi – già in base a leggi precedenti, ma soprattutto per la legge 3/2018, di iscrizione all’Albo professionale tenuto dall’Ordine, per poter esercitare la professione”.

E non è tutto. “Le altre figure con cui ci confondono no, niente di tutto questo, sono a oggi figure non professioniste, non iscritte ad Ordini, che lavorano su attribuzione dell’infermiere che rimane il responsabile di riferimento diretto”.

Per tali ragioni, Fnopi auspica una maggiore collaborazione da parte dei giornalisti al fine di evitare “il ripetersi di tali situazioni, lasciando così a noi infermieri la necessaria serenità nell’attività quotidiana in cui ci prendono cura dei pazienti”.

 

 

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