Un nuovo e innovativo studio dal Belgio dimostra effettivamente come lo zucchero alimenta lo sviluppo e la proliferazione del cancro

Uno studio dimostra come lo zucchero alimenta lo sviluppo del cancro. La ricerca è stata condotta per nove anni dai ricercatori dell’’Università KU Leuven in Belgio e pubblicata su Nature Communications.
“La nostra ricerca rivela come il consumo iperattivo di zucchero da parte delle cellule tumorali generi un circolo vizioso che stimola continuamente lo sviluppo del cancro e la sua crescita”. Spiega così il ricercatore Johan Thevelein tra gli autori dello studio.
Cosa c’entra lo zucchero con il cancro?
La correlazione tra zucchero e cancro è stata più volte messa in evidenza, ma i risultati proposti sono spesso in contraddizione.
Lo studio belga parte dall’effetto Warburg – in onore del Premio Nobel Otto Warburg – per dimostrare come lo zucchero alimenta lo sviluppo del cancro.
Ogni cellula umana – e quindi anche quelle tumorali – necessita di energia per svolgere le sue funzioni; energia che prende proprio dagli zuccheri che assumiamo con il cibo.
L’assunzione di energia da parte delle cellule tumorali è però molto più veloce rispetto alle cellule sane.
Le prime svolgono infatti queste attività “con meccanismi anaerobici, cioè con poco ossigeno, e ciò porta alla formazione di acido lattico […] mentre le cellule normali producono piruvato perché utilizzano ossigeno”.
Spiega Paolo Marchetti, direttore dell’Oncologia Medica al Sant’Andrea di Roma.

Il parere degli esperti

Lo studio belga dimostra come lo zucchero alimenta lo sviluppo del cancro utilizzando delle cellule dei lieviti. I ricercatori hanno studiato nello specifico la famiglia del gene Ras, che è presente in tutte le cellule animali incluse quelle umane tumorali.
Dai risultati emerge che le cellule di lievito che ricevono una quantità elevata di glucosio attivano in modo eccessivo le proteine Ras, generando uno sviluppo maggiore delle stesse cellule.
“la continuità filogenetica tra i lieviti e le cellule tumorali di mammifero, nelle quali c’è un aumentato consumo di zucchero che potrebbe indurre un aumento significativo di queste stesse cellule con il potenziamento del gene Ras che controlla molto la replicazione cellulare. Se questo è vero, si crea un circolo vizioso tra iperconsumo di zucchero, conseguente stimolazione della famiglia di geni Ras e quindi una iper-proliferazione cellulare”.  Un dato molto interessante, come afferma il Dottor Marchetti.
Roberto Bordonaro segretario nazionale dell’Associazione di Oncologia Medica Italiana (Aiom) mostra delle riserve sullo studio e invita alla cautela.
“Trattandosi di osservazioni compiute su linee cellulari di lieviti, è ovvio come le conclusioni che ne derivano debbano essere considerate come possibili “generatrici di ipotesi” e non come dimostrazione di una correlazione diretta tra assunzione di zucchero e attivazione di processi che generino il cancro”.
Benché non si dimostri effettivamente come lo zucchero alimenta lo sviluppo del tumore lo studio “senz’altro rappresenta una premessa importante per la comprensione di meccanismi scientifici e per la messa a punto di farmaci che possano interferire con la glicolisi anaerobica in modo da interrompere la principale via di approvvigionamento di energia delle cellule tumorali” sostiene Marchetti.

Uno stile di vita sano

Diversi tumori, soprattutto quelli dell’apparato gastrointestinale ma anche di altri organi come la mammella e l’endometrio “dipendono dalla scarsa attività fisica e dall’obesità.
Per fare prevenzione è fondamentale introdurre pochi zuccheri raffinati ed aumentare invece il consumo di verdure e fibre svolgendo attività fisica per almeno 45 minuti tre volte a settimana”. Consiglia Paolo Marchetti.
Bisogna fare attenzione poi se la malattia è già in corso. “Un aumento dell’insulina può provocare l’aumento di alcuni recettori che possono potenziare altri recettori presenti nell’organismo che determinano uno sviluppo del tumore. Perciò, in corso di terapia non è opportuno consumare grandi quantità di zuccheri”.
“Lo stile di vita  e le abitudini alimentari rimangono –continua Bordonaro -i determinanti principali del rischio di contrarre tumori. Un’alimentazione equilibrata, con consumo di cibi strutturati e non di bibite zuccherate o cibi altamente raffinati, il mantenimento di un giusto peso corporeo e l’attività fisica configurano un modello di stile di vita la cui adozione su larga scala ridurrebbe in maniera significativa l’incidenza di tumori nella popolazione”.
 
 
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