Giorgio Cezza, dottore in medicina generale di Maglie, si rifiuta da anni di somministrare i vaccini antinfluenzali ai suoi pazienti. Per questo motivo, la Asl di Lecce lo richiama con una lettera, nella quale si legge «l’atteggiamento posto in essere costituisce un chiaro inadempimento contrattuale». La contestazione è stata firmata dall’attuale direttore generale facente funzioni della Asl salentina, Vito Gigante, ed è stata recapitata il 2 dicembre al professionista. Un mese fa il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato: «Le vaccinazioni di massa sono l’unica difesa certa contro le malattie infettive. Non farle è un atto sconsiderato e ingiustificabile».
L’obiezione ai vaccini è diventata, negli ultimi anni, una realtà dinamica che trova origine nell’ampia casistica di morti e invalidi la cui correlazione alle vaccinazioni sembra evidente. Vero è che le influenze si evolvono ad una velocità molto elevata e le misure precauzionali devono essere approntate e testate in poco tempo. Cresce il numero di medici obiettori e genitori insicuri o contrari. Benché nel caso dei medici non si possa parlare di vera e propria obiezione (l’obiezione di coscienza per i medici è sancita dalla legge con riferimento all’interruzione di gravidanza, ma non al rifiuto vaccinale), in ogni caso, l’obiezione è un diritto per i genitori che non vogliono sottoporvi i propri figli.
Ma un medico può opporsi alla somministrazione di un vaccino qualora non lo ritenga garantito o necessario senza vedere compromessa la propria professione? Secondo la FIMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia) per astenersi da questa pratica medica, non presentarsi alle vaccinazioni, non è però la via giusta, perché crea disagi nel sistema sanitario.
La strada migliore da percorrere è l’obiezione attiva, che si può realizzare facilmente inviando per raccomandata A/R un modulo che si può trovare in Als o sul web o contattando associazioni come COMILVA (coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione) che si occupano di queste questioni (e possono dare anche eventuale assistenza legale), manifestando la propria preoccupazione nei confronti dei vaccini, richiedendo garanzie di sicurezza ed efficacia del vaccino tramite test.
In seguito, si verrà convocati per un colloquio con un dirigente medico e si potrà firmare un dissenso informato, manifestando il volere di non vaccinare i propri figli. Ogni atto medico presuppone il consenso informato del soggetto, se questo viene a mancare, il medico deve astenersi dal procedere.