È stata una inchiesta di “Repubblica” a far scoprire alla famiglia di un uomo morto con 41 mila euro sul conto l’esistenza del piccolo “tesoretto”

Circa 14 anni fa se ne andava il signor Antonio, malato di Alzheimer, ma nessuno dei suoi figli sapeva che l’uomo era morto con 41 mila euro sul conto.
Un tesoretto che è stato “scoperto” grazie a una telefonata di “Repubblica”.
Ma andiamo ai fatti, che si sono svolti a Romagnano Sesia, in provincia di Novara.
L’uomo morto con 41 mila euro sul conto era da tempo malato di Alzheimer.
Deceduto solo e in una casa di riposo, con il suo decesso ha portato con sé anche questo segreto.

Un conto contenente 41 mila euro, aperto in una filiale San Paolo – Imi, in un paese poco lontano, nella confinante provincia di Vercelli, con 41 mila euro.

In paese, però, quasi nessuno si ricorda di lui. Gli abitanti del paesino ricordano l’esistenza di un solo figlio – e come riportato da “Repubblica” – probabilmente era morto anche lui.
Quanto ai registri della casa di riposo, nemmeno lì ci sono numeri di telefono, indirizzo, neanche il nome di qualche parente.
Eppure, il 3 gennaio del 2003, qualcuno avrebbe dovuto fare delle ricerche.
Quel giorno, infatti il signor Antonio è morto con 41 mila euro sul conto che nessuno, in questi 14 anni, ha riscosso. E, secondo la legge, questi soldi sono confluiti nelle casse dello Stato.
A scoprirlo è stata proprio “Repubblica” che ha poi telefonato a uno dei figli dell’uomo.
Che ha risposto: “Sinceramente, non so perché non ci abbia mai parlato di questi soldi. Segreto? Conseguenza del male? Difficile da dire. Ma è possibile, forse l’ha davvero dimenticato”.
L’unica cosa certa, è che dopo 14 anni anni, esattamente il 30 marzo del 2016, i 41 mila euro sono finiti nelle casse pubbliche, come previsto dalle legge.
Il conto è stato chiuso, perché nessuno – tra i familiari – ha reclamato nulla.
Solo distanza di tempo, grazie a Facebook e al buon lavoro di alcuni uffici anagrafe del Nord Italia, due figli sono stati rintracciati a Milano.
Il figlio più grande ha ammesso: “Le ultime volte in cui lo andavo a trovare, mio padre nemmeno mi riconosceva. Era molto malato”.
Resta ora il dubbio se il padre avrebbe tenuto per sé l’esistenza di questo denaro di proposito.
Un quesito che resterà ora senza risposta, essendo ormai il denaro confluito nella casse pubbliche, mentre il caso richiama all’attenzione dell’opinione pubblica la tutela dei patrimoni per i parenti dei malati di Alzheimer.  
 
 
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