La donna si era presentata al Pronto Soccorso con una tumefazione al collo e dopo 40 ore è deceduta per cause ancora da chiarire

Sette medici sono finiti nel registro degli indagati della Procura di Santa Maria di Capua Vetere con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per la morte di una 62enne della provincia di Caserta, deceduta la scorsa settimana presso l’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano. “Ovviamente – specifica la Procura –  si tratta di un atto dovuto a garanzia delle stesse persone indagate e del corretto e puntuale accertamento dei fatti.”

Secondo la ricostruzione dei media locali, la donna si reca  presso il Pronto Soccorso di Caserta per una tumefazione dolorosa alla gola riferendo ai medici che non riesce a deglutire. Tuttavia, dopo essere stata sottoposta ai primi accertamenti, viene dimessa per mancanza di posti letto e invitata a ripresentarsi la mattina successiva per una visita otorinolaringoiatrica.

L’indomani puntualmente  torna in Ospedale dove le viene attribuito un codice verde; dalla visita emerge la necessità di effettuare urgentemente una tac con contrasto, ma presso il nosocomio casertano non c’è posto. La paziente, su suggerimento degli stessi medici di Caserta, prova quindi a rivolgersi all’Ospedale Cardarelli di Napoli dove però le sarebbe stato negato il ricovero per mancanza di diagnosi.

Attende quindi a al Sant’Anna e San Sebastiano lo svolgimento dell’esame prescritto ma improvvisamente, a distanza di 40 ore dal suo primo arrivo al Pronto Soccorso, muore per cause ancora da chiarire. È possibile che il gonfiore nascondesse una semplice infezione, facilmente operabile con l’asportazione del pus, ma non si esclude qualcosa di più serio. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe invece da escludere l’ipotesi, avanzata in un primo momento, dello shock anafilattico dovuta all’allergia a qualche farmaco.

La Procura, su esposto presentato dai familiari, ha immediatamente aperto un’inchiesta che vede coinvolti il primario del reparto di Otorinolaringoiatria, il medico del reparto e  tre medici del Pronto Soccorso, oltre ad altri due camici bianchi, tra cui il medico che il giorno prima del ricovero avrebbe visitato la vittima per poi dimetterla invitandola a ritornare. Il sospetto dei giudici è quello di un ritardo nell’esecuzione del protocollo, ma per chiarire le cause del decesso e accertare eventuali responsabilità mediche bisognerà attendere ora i risultati dell’autopsia, svolta alla fine della scorsa settimana dal perito nominato dalla Procura alla presenza dei consulenti delle parti. Intanto anche la struttura ospedaliera ha avviato un’inchiesta interna per fare luce sull’esatta dinamica dei fatti.

 

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