Per l’accusa ci sarebbe una concatenazione di colpe, negligenze, imprudenze e imperizie alla base del decesso di un bimbo di due anni affetto sin dalla nascita da una patologia cardiaca congenita

E’ fissata per domani, davanti al gip di Roma, l’udienza preliminare del procedimento che vede imputati 8 medici dell’ospedale Bambino Gesù, indagati per omicidio colposo in relazione al decesso di un bimbo di due anni a cui, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stato impiantato un pacemaker al contrario. Il piccolo, nato con una patologia cardiaca congenita, specificamente un “blocco atrioventricolare completo congenito”, era stato sottoposto nel 2016 ad una operazione in Sicilia, a Taormina, presso il centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dell’ospedale della Santa Sede.

Come riferisce l’Adnkronos, stando alla perizia di parte, e come si legge nell’ordinanza di ammissione di incidente probatorio del Gip di Roma, i medici che hanno eseguito l’intervento avrebbero impiantano il pacemaker al contrario, in sostanza girato verso il basso.

Un errore che avrebbe provocato un “cappio con progressivo strangolamento dell’arteria polmonare ed una compressione dell’anello mitralico, così concorrendo a cagionare la morte” del bambino, insieme a una serie di quelle che vengono definite colpe, negligenze, imprudenze e imperizie.

Due anni dopo l’intervento, infatti, il bambino è stato ricoverato al Bambin Gesù di Roma, ma i cardiologi, sempre stando alla ricostruzione accusatoria, non si sarebbero resi conto della gravità del caso, circostanza che avrebbe portato a ritardare gli esami da fare.

Nel mese di settembre del 2018, poi, il cardiologo, nel corso di un controllo, avrebbe riscontrato problemi al cuore, ma la tac sarebbe stata fissata a novembre. Un mese più tardi le condizioni di salute del bambino si erano aggravate, tanto da rendere necessario un nuovo intervento chirurgico che però, stando sempre all’ipotesi accusatoria, avrebbe seguito una proceduta errata. Due giorni dopo il bambino è deceduto.

L’ospedale Bambin Gesù di Roma, ha replicato in una nota che la ricostruzione del caso  “è lontana dalla realtà, non esiste nessun pacemaker messo al contrario. L’affermazione non ha alcun senso dal punto di vista clinico e non trova riscontro negli accertamenti finora effettuati finanche dai consulenti della famiglia”.

“Vi è stata invece – sostiene la struttura sanitaria – una complicanza prevista in letteratura che si registra in pochissimi casi e risolvibile chirurgicamente. L’intervento era stato già programmato. Ma il bambino, purtroppo, in attesa di tornare a ricovero, ha contratto un virus e poi una polmonite che gli è risultata fatale. L’ospedale è vicino alla famiglia e fiducioso del lavoro della magistratura”.

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