La paziente aveva dato alla luce una bimba priva di vita; per la difesa però, i parametri della gestante non erano tali da lasciar pensare alla presunta preeclampsia

Il Tribunale di Torino ha incaricato un collegio peritale composto da un medico legale, una ginecologa e un cardiochirurgo, per accertare le cause del decesso di una donna di 39 anni, morta dieci giorni dopo aver partorito una bimba venuta alla luce già priva di vita.

Il fatto risale al luglio del 2017. La tragedia aveva determinato l’apertura di una fascicolo per omicidio colposo da parte della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, con l’iscrizione nel registro degli indagati di tre medici dell’ospedale di Moncalieri.

L’ipotesi della Procura, sulla quale dovranno pronunciarsi i consulenti entro la fine del mese di aprile, è che il decesso possa essere legato a una presunta preeclampsia, ovvero una pressione troppo alta in gravidanza che comporta il distacco della placenta e il parto pretermine.

Come riporta Repubblica, i camici bianchi sono accusati di aver dimesso la donna a marzo e ad aprile nonostante presentasse i sintomi della gestosi, e in particolare della sindrome di Helpp, una grave complicanza che subentra negli ultimi mesi di gravidanza.

A detta del Pubblico ministero, la paziente e la sua bimba potevano essere salvate, se fossero rimaste in ospedale. Una tesi, quest’ultima, che viene invece contestata dalla difesa. La ginecologia indagata, in particolare, nel rendere dichiarazioni spontanee in aula, ha evidenziato come i parametri della paziente non fossero gravi al punto da richiedere il ricovero.

La professionista ha quindi evidenziato il rispetto delle linee guida nel trattamento della gestante, che sarebbe stata tenuta in osservazione per una settimana, periodo nel corso del quale sarebbe stata sottoposta a 52 misurazioni, delle quali solamente 5 avrebbero restituito valori di attenzione che raggiungevano o superavano i limiti; di queste, peraltro, solamente due avrebbero interessato la pressione diastolica, “parametro che è più importante per effettuare una diagnosi di pre-eclampsia severa”. Anche in occasione della visita successiva, inoltre, la situazione – secondo la dottoressa – “appariva sotto controllo per la mamma e per il feto”: non aveva edemi e la pressione era regolare (120/70 per due volte).

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