Nel 2016 boom di investimenti in ICT. Studi professionali sempre più presenti su web e social network

Il 2016 è l’anno della maturità per gli investimenti ICT realizzati dagli studi professionali italiani: la spesa complessiva in tecnologie di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro è cresciuta del 2,5%, toccando quota 1,142 milioni di euro; inoltre, in molti studi professionali è diventata una leva strategica per migliorare l’organizzazione e il posizionamento sul mercato, oltre all’efficienza, le relazioni con i clienti e la capacità di fornire servizi. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.
La spesa media in tecnologie informatiche nel 2016 per studio si assesta sui 9 mila euro con un’incidenza pari al 16% dei costi complessivi sostenuti. L’investimento in ICT è pari in media a 8.700 euro sia per i commercialisti sia per i consulenti del lavoro, mentre gli studi legali spendono meno, in media 4.600 euro, e gli studi multidisciplinari molto di più, 16.400 euro.
Tra le tecnologie di maggiore interesse per il futuro spicca il sito web, che segna il desiderio degli studi di comunicare di più e meglio con la clientela servita e potenziale. Ma ben il 36% ha già adottato il cloud computing per tutti o una parte dei processi lavorativi; il 32% non lo usa, ma è interessato all’adozione, mentre il 25% per ora non ha alcun interesse verso questa tecnologia e il 7% non sa che cosa sia. I principali benefici percepiti da chi utilizza il cloud sono la diminuzione dei rischi (25%) e dei costi (17%), il miglioramento del servizio (16%), l’aumento del tempo a disposizione (16%) e della velocità dei processi (16%), mentre importanti barriere all’adozione restano i timori legati a sicurezza (47%) e privacy (41%) dei dati e alla poca chiarezza sulle responsabilità del fornitore in caso di perdita o violazione dei dati (20%).
Uno studio su quattro utilizza i dati che transitano per fornire nuovi contenuti alla clientela. Le analisi che ne derivano hanno come obiettivo prevalente il miglioramento dell’efficienza organizzativa dei clienti (30%), la riduzione dei livelli di contenzioso (29%), l’efficacia delle azioni di recupero del credito (22%) e la valutazione dell’andamento dei costi del personale (17%). Il 35% degli studi che presenta queste nuove analisi ritiene che i clienti ne siano soddisfatti, mentre il 24% dichiara che i clienti apprezzano ma non riescono ancora a usare queste nuove proposte in modo adeguato.
E’ boom, infine, per quanto concerne l’utilizzo per i social network, con un incremento di quasi 20 punti percentuali in un anno, dal 44% al 63%. La consulenza online viene già messa a disposizione dal 52% del campione, a significare un’attenzione ormai maturata verso questa modalità di servizio.
Per l’immediato futuro, le principali tecnologie oggetto di interesse sono: sito web (38%), gestione elettronica documentale e conservazione digitale a norma (entrambe al 36%), firma grafometrica (33%), portali per la condivisione di documenti e attività (30%). Sono tecnologie ormai pervasive la firma elettronica, presente nel 91% degli studi professionali, le banche dati digitali (presenti nel 72%), la fatturazione elettronica (55%). Il 40% adotta software per le videochiamate 40%e il 33% l’e-learning. Ancora poco conosciute, invece, le tecnologie per il workflow (Non so che cos’è, risponde il 20% del campione), il CRM (non lo conosce il 18%) e le Applicazioni di business intelligence (le ignora il 16%).

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