Agevolavano l’acquisto di protesi di bassa qualità in cambio di favori economici e non solo. Dodici medici sono stati arrestati e nove sono ai domiciliari

Associazione per delinquere, corruzione e falso in atto pubblico. Sono queste le accuse a cui dovranno rispondere i medici arrestati a seguito delle indagini sulla sanità lombarda condotte dalla procura di Monza.
In cambio di favori personali e denaro, i medici avrebbero agevolato l’acquisto di protesi di bassa qualità da usare in alcuni ospedali, tra cui il Policlinico di Monza. In alcuni casi, i medici avrebbero moltiplicato il numero di interventi chirurgici da eseguire.
Le indagini hanno preso il via da una denuncia di un dipendente del Policlinico, il cardiologo Flavio Acquistapace, noto per essere il medico di Rita Pavone.
Da esse è emerso un sistema di corruzione messo a punto dai rappresentanti di una società produttrice di protesi, la Ceraver.
Ad essere coinvolti, un gruppo di chirurghi specialisti in ortopedia, operanti in strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale, nonché di medici di base.
inoltre secondo gli inquirenti, guidati dalla pm Manuela Massenz, alcuni chirurghi del Policlinico di Monza, con la complicità di medici dEi base, avrebbero anche “moltiplicato il numero di interventi”.
Il tutto, a “discapito della salute pubblica” e “per aumentare gli utili della società” Ceraver e ottenendo utilità e vantaggi personali.

I medici coinvolti

Dodici sono i medici arrestati, di cui tre chirurghi specialisti. Ai domiciliari altri nove, di cui sei specialisti e tre di base. Tra loro, sei medici di base sono stati sospeso dall’attività in convenzione con il Servizio sanitario.
In carcere sono finiti gli ortopedici brianzoli Fabio Bestetti, Claudio Manzini e Marco Valadè. Stessa sorte per il promoter di Ceraver Marco Camnasio (considerato il vero ‘dominus’ del meccanismo criminoso) e Denis Panico, responsabile commerciale della multinazionale.

Le accuse

Associazione per delinquere, corruzione e falso in atto pubblico sono le pesanti accuse a cui dovranno rispondere gli indagati.
Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che le mazzette venivano chiamate”sistemazioni” e venivano corrisposte per quello che definivano il “disturbo”.
“La protesi, detto tra noi, fa cagare (…) fa veramente cagare”: così i medici intercettati descrivevano le protesi di bassa qualità della Ceraver, che avevano prezzi compresi tra i 1.500 e i 2.500 euro.
Per ogni acquisto andato a buon fine ai medici venivano corrisposti tra gli 80 e i 100 euro. Nel ‘sistema’ i medici di base avrebbero avuto il compito di individuare i pazienti, soprattutto anziani, per le operazioni chirurgiche da effettuare. Pazienti che venivano poi mandati dagli specialisti per le visite e, infine, al Policlinico di Monza o in altre strutture per gli interventi.

Il gruppo Policlinico di Monza

Il Policlinico ha diramato una nota, in cui precisa di essere “assolutamente estraneo” alla vicenda e che, se confermati, i fatti sarebbero “riconducibili a eventuali responsabilità personali dei soggetti coinvolti”.
 
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