Fino a 8 italiani su 100 rischiano reazioni allergiche alle punture. E  quest’anno attenzione al calabrone killer

Sono circa 10 i decessi mediamente accertati ogni anno per punture di api, vespe o calabroni mentre circa l’8 per cento delle persone che vengono punte possono sviluppare reazioni allergiche di varia gravità al veleno di imenottero. Le persone che registrano il maggior numero di reazioni allergiche al veleno di imenotteri sono gli apicultori, che subiscono praticamente un terzo (32%) delle reazioni sistemiche complessivamente causate dai pungiglioni. Escludendo gli addetti ai lavori, una particolare attenzione va rivolta agli anziani che diventano allergici agli imenotteri e rischiano di sviluppare reazioni più gravi per via della concomitanza di altre patologie, e in particolare di malattie cardiovascolari. I bambini, invece, sono meno esposti al pericolo di reazioni gravi.

In prossimità dell’estate, stagione in cui l’esposizione ai pungiglioni risulta maggiore, FederAsma e Allergie Onlus-Federazione italiana pazienti rilanciano la  campagna ‘Punto nel vivo’, giunta alla seconda edizione e che si protrarrà fino al mese di ottobre. L’iniziativa prevede una pagina Facebook (www.facebook.com/puntonelvivo)  che offre consigli sull’uso dell’immunoterapia specifica come prevenzione e dell’adrenalina autoiniettabile come trattamento d’emergenza, oltre a informazioni sugli oltre 80 centri di allergologia che aderiscono all’iniziativa; saranno poi diffusi volantini e poster in più di 200 pronto soccorso italiani, mentre un corso gratuito di formazione a distanza (Fad) insegnerà agli specialisti in medicina d’urgenza il percorso diagnostico-terapeutico più adeguato a gestire eventuali allergie al veleno di imenotteri, un’affollata famiglia che conta oltre 100 mila specie di insetti.

L’edizione 2016 è focalizzata in particolar modo sui pericoli derivanti dalla vespa velutina, altrimenti nota come ‘calabrone killer’; una sorta di ‘specie aliena’, spiegano gli esperti, particolarmente pericolosa per l’uomo perché è priva di nemici naturali e può infliggere punture potenzialmente letali.

“Desideriamo che Punto nel vivo segnali una volta ancora ai cittadini e alle istituzioni la necessità di correggere un problema che vede l’Italia muoversi a 2 velocità nell’accesso a importanti terapie salvavita – afferma Massimo Alfieri, presidente di FederAsma e Allergie Onlus – Ci riferiamo all’immunoterapia specifica che a oggi non è rimborsata in tutte le regioni italiane, pur rappresentando secondo gli esperti l’unica terapia in grado di regolare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli da successive reazioni nel lungo termine”.

In Lazio, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna non è previsto nessun tipo di rimborso, spiegano gli organizzatori della campagna, mentre in Piemonte e in Puglia ci sono facilitazioni: nel primo il paziente paga il 50% del prezzo praticato al sistema sanitario regionale, nella seconda il rimborso viene stabilito in base al reddito Isee. “Questa disparità di trattamento, a fronte di linee guida scientifiche chiare, non dovrebbe essere possibile. Per questo motivo – conclude Alfieri – ci batteremo affinché i diritti dei pazienti all’accesso dell’immunoterapia siano gli stessi in tutta Italia”.

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