I numeri del rapporto sui vaccini fugano i dubbi sulle morti sospette

In un momento in cui le opinioni contrastanti sul tema dei vaccini continuano a creare non solo confusione, ma anche problemi più seri concernenti la nostra salute, il rapporto sui vaccini dell’Aifa relativo al biennio 2014-2015 fa un po’ di chiarezza.
Nel rapporto sui vaccini, che analizza tutte le reazioni sospette agli stessi, si rileva che “non sono emersi motivi di allarme, né ‘segnali di sicurezza’, né alcun decesso è stato correlato con certezza ai vaccini”. Così ha dichiarato ad Adnkronos Salute l’Agenzia Italiana del Farmaco, spiegando che si è trattato di indagini approfondite e verificate.
Nel report di 176 pagine, si legge inoltre che “le segnalazioni del biennio 2014-2015 sono già state valutate in termini di impatto sul rischio e pertanto i dati riportati non possono essere utilizzati per calcolare l’incidenza delle reazioni avverse”. Conclusioni, queste, che sono condivise anche a livello europeo.
Nel rapporto sui vaccini sono descritte, specificamente, tutte le segnalazioni relative a vaccini con data di insorgenza nel periodo 01/01/2014 – 31/12/2015 e inserite fino al 31/12/2016.
Dal report di Aifa emerge innanzitutto un dato interessante relativo all’incidenza del numero di segnalazioni sui vaccini sospetti, che presenta delle differenze in Italia.
Il maggior numero di segnalazioni su presunti sospetti legati a decessi causati dai vaccini è, infatti, molto superiore al Nord Italia rispetto al Centro e al Sud.
Nel 2014 e nel 2015 sono state segnalate rispettivamente 7.798 (87,9%) e 3.173 (84,1%) sospette reazioni classificate come non gravi, mentre le reazioni gravi e i decessi sono stati 940 (10,6%) nel 2014 e 535 (14,2%) nel 2015. Per quanto riguarda solo le segnalazioni di reazioni a esito fatale, queste sono state 69 nel 2014 e 9 nel 2015.
E qui arriva forse uno dei dati più importanti del rapporto sui vaccini dell’Aifa. La quasi totalità dei decessi sospetti, infatti, è stata riportata per il vaccino antinfluenzale: ben 66 nel 2014 e 7 nel 2015. Ma in nessun caso è stato dimostrato con certezza un legame con il vaccino.
Le reazioni con esito fatale segnalate nel 2014 riguardano 69 episodi, 67 anziani tra 67 e 95 anni e due bambini di 2 e 3 mesi, entrambi vaccinati con esavalente e antipneumococco 13. Mentre dei 67 decessi nella popolazione adulta, in un caso il farmaco sospetto è il vaccino antipneumococco, nei restanti è un vaccino antinfluenzale.
Per ognuno dei casi fatali è stata effettuata “una valutazione del nesso di causalità utilizzando l’algoritmo del Oms, concludendo che: 43 casi su 66 sono risultati non-correlabili con la vaccinazione per la presenza di cause alternative che giustificano e spiegano l’evento; in 19 casi l’evento è inclassificabile dal momento che non sono disponibili sufficienti informazioni; 4 casi sono stati definiti come indeterminati per mancanza di prove definitive”.
Nel 2015, invece, sono stati 9 i casi segnalati con esito fatale, 6 adulti (in tutti i casi il vaccino sospetto è un antinfluenzale) e tre bambini. Anche in questo caso nessun decesso è risultato correlato con certezza al vaccino.
“Nel 2015 il numero di segnalazioni di decessi in seguito a vaccinazione antinfluenzale si è drasticamente ridotto rispetto alla stagione 2014/2015 – rileva il rapporto – tornando come ordine di grandezza alle stagioni precedenti: sono state segnalate 6 sospette reazioni avverse con esito fatale dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale, in 5 di questi casi il nesso di causalità non supporta una relazione di causa effetto (dunque non è correlabile) e un caso è indeterminato per mancanza di prove definitive”.

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